La Grande Mela è qui dietro l’angolo. L’Holland tunnel di Jersey City è uno degli angoli urbani più inquinati degli Stati Uniti. Posto sulla direttrice che collega il New Jersey con New York, viene attraversato ogni giorno da migliaia di macchine e altri mezzi di trasporto. Dal 5 giugno comparirà sulle sue pareti un gigantesco murale che oltre a lanciare un messaggio forte alle persone in transito, contribuirà anche al contrasto delle emissioni tossiche. Si tratta di Stand with us, 400 metri quadrati di colore e arte mangia-smog, è un lavoro realizzato con materiali in grado di neutralizzare ogni giorno le emissioni di 90 automobili a benzina euro 6: è come se dentro a quel tunnel fossero cresciuti improvvisamente quattro ettari di bosco.

L’OPERA È REALIZZATA da una street artist molto particolare: Amanda Phingbodhipakkiya, nata ad Atlanta da genitori tahilandesi e indonesiania. Ha studiato neuroscienze alla Columbia University e lavorato ad un progetto di ricerca sull’Alzheirmer. Ora si dedica a tempo pieno all’espressione artistica multidisciplinare, esplorando la relazione fra scienza, femminismo e società.

STAND WITH US RIEMPIRÀ UN MURO lungo 35 metri e largo 10 con la gigantografia coloratissima di tre donne di etnia asiatica, americana e isolana del Pacifico, a simboleggiare l’unione e la comunanza multirazziale. In particolare l’opera vuole essere una risposta all’ondata di violenza anti asiatica che ha attraversato il paese e che si è concentrata soprattutto sulle donne. «L’arte ha la capacità di lenire il dolore, dare gioia e spingere le persone all’azione», ha spiegato Amanda Phingbodhipakkiya per illustrare il senso del suo lavoro profondamente antirazzista. «Stand with us è una lettera d’amore dedicata alla comunità degli asiatici americani e delle isole del Pacifico: il messaggio è non siete soli».

IL MURALE COMPARIRA’ AL 581 di Monmouth Street a JerseyCity (New Jersey) sabato 5 giugno in occasione del JerseyCity Mural Festival diretto da Mana Public Arts, dall’Office of CulturalAffairs e dal Jersey City Mural Arts Program (Jcmap): una data simbolo che vede tutti uniti a livello globale per la Giornata Mondiale dell’Ambiente. A promuoverlo e a lanciarlo è la no profit italiana Yourban2030, la cui fondatrice e presidente, Veronica De Angelis, già da tempo si era appassionata alla causa di Stop AAPI Hate (https://stopaapihate.org/). «Ero in fase di elaborazione e riflessione su questi temi, sull’incremento massiccio di questa forma di razzismo. Solo da marzo 2020 ci sono state oltre 6.600 segnalazioni raccolte da Stop AAPI Hate. Questo significa che presumibilmente sono almeno il doppio», dice Veronica, che nella fase di documentazione ha conosciuto Amanda Phingbodhipakkiya grazie alla copertina che le aveva dedicato Time.

YOURBAN 2030 dal 2018 SVILUPPA la progettualità dell’arte urbana degli eco-murales ed è partito proprio dall’Italia: a Roma, nel quartiere ostiense, si trovano opere come Hunting Pollution, il più grande murale d’Europa realizzato dallo street artis Federico Massa, alias Jena Cruz, con pitture eco-sostenibili, al 100% naturali, che purificano l’aria, seguiti da Naoto e Outside In, il primo murales green a tema LGBT+ di 250 metri quadrati. Il modello verrà presto esportato: da Roma infatti la street art green arriva in Olanda, ad Amsterdam, a marzo 2021 con il primo murales mangia-smog dei paesi scandinavi, Diversity in Bureaucracy: un atto artistico per riflettere sul tema della disuguaglianza, affidato alla street artist olandese JDL: sono 100 metri quadrati di arte per neutralizzare ogni giorno le emissioni di 20 automobili a benzina.

YOURBAN 2030 ESPRIME LA VOLONTA’ di intervenire concretamente rispetto alla call to action globale lanciata dall’Agenda2030, rispondendo ai 17 obiettivi proposti, creando connessioni virtuose tra arte e innovazioni tecnologiche per dar vita a progetti artistici in grado di parlare di ambiente e sostenibilità.

ANALIZZANDO DATI E NUOVE PROPOSTE tecnologiche, Veronica ha scoperto Airlite, una tecnologia che si applica come una pittura su qualsiasi superficie trasformando ogni parete in un depuratore naturale, riducendo gli ossidi di azoto, una delle principali cause di morte derivante dall’inquinamento dell’aria. Da qui l’idea di usarla per riqualificare muri unendo arte e ambiente. Al motto L’arte al servizio della Terra, l’arte generatrice dell’immagine, il progetto Yourban porta avanti quell’idea di futuro verso cui dovrebbe tendere l’umanità, e di cui l’arte si fa messaggera ed educatrice. Ecco quindi i progetti di rigenerazione urbana e il tentativo di creare un collegamento tra mondo imprenditoriale ed artistico al fine di promuovere interventi di valorizzazione e tutela che continuano anche in Italia. Il 10 giugno Veronica De Angelis ci anticipa che verrà lanciato, di nuovo a Roma, Sotto la superficie di Lucamaleonte, sui muri di un palazzo di edilizia popolare nel quartiere italiano con la maggiore concentrazione di alloggi popolari, Tor Bella Monaca. Il messaggio è chiaro: Diritto alla Bellezza è dignità, e la dignità è un diritto. C’è stato un tempo in cui l’edilizia popolare, come quella che è sorta a Tor Bella Monaca, non guardava al benessere attraverso la bellezza, bensì alla semplice funzionalità strutturale, rispondendo ad esigenze unicamente «abitative» e non di qualità della vita.

A DISTANZA DI QUARANT’ANNI dal concepimento di questa edilizia popolare, si è invece compreso che la bellezza è un elemento fondamentale nella quotidianità delle persone, oltre e prima della funzionalità, per vivere bene ed elevarsi, abituarsi al bello e riscattarsi.