Quando hanno creato Jeff Goldblum gli scienziati ‘erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare. Lui è una meraviglia: vestito verde di Prada, capelli color argento e un paio di scarpe lucide. Mi stringe la mano e vuole subito sapere chi sono e da dove vengo. Quando dico che abito in Italia, mi dice con una voce da basso, profondo: ‘che uomo fortunato!’ L’attore è diventato famoso con il film horror La Mosca di David Cronenberg nel ruolo di un inventore che si trasforma in insetto a metà quando qualcosa va storto con il suo teleport. E poi per Spielberg ha interpretato Ian Malcolm, citato a malapena nei primi due film di Jurassic Park. Ha navigato durante la sua carriera fra blockbuster come Independence Day e Thor: Ragnarok ma anche film d’autore come Grand Budapest Hotel e Le Weekend. Ma non è un attore cult:
«Quando dicono ‘cult’ significa non per un pubblico ristretto e io ho recitato in molti film che hanno venduto tanti biglietti. Forse io offro un sapore speciale. Ma la risposta giusta è che mi sento molto fortunato ad essere un attore che lavora, perché volevo tanto essere un attore».
Di solito qui inseriamo una biografia dell’attore ma Goldblum fa tutto da solo
Sono soltanto un immigrato di seconda generazione. Il padre di mio padre veniva dalla Russia, e il suo nome non era Goldblum ma Parvarsic. Lui venne qui in cerca di una vita migliore, per sopravvivere. Aveva un negozio di dolci e mio padre voleva diventare medico o attore, ma dopo aver assistito ad una lezione di recitazione, decise che era troppo difficile per lui. Diventò medico e ha mantenuto noi quattro figli. Anche questo è il sogno americano».
La sua carriera appartiene ad un periodo molto significativo per il cinema.
Sono contento per tanti motivi, ma soprattutto per il periodo in cui sono cresciuto e sono entrato nel mondo dello spettacolo … Sono nato nel 52: essere un adolescente negli anni sessanta è stato fantastico. Da bambino, a Pittsburgh, ero sempre molto interessato ai vestiti. Ho visto il film di Paul Mazursky Bob & Carol & Ted & Alice e sono andato in un negozio con mia madre, ho comprato un maglione a collo alto, una giacca alla Nehru e un paio di occhiali alla John Lennon. Andavo a scuola vestito come il cattivo di un film di 007. Mi sono diplomato nel 1970, sono andato a New York per 5 anni, lavorando in teatro dal ’70 al ’74. Ho fatto il mio primo film nel ’73.
Il film era «Il giustiziere della notte» di Michael Winner in cui Goldblum viene accreditato come ‘Freak #1’, prima che Charles Bronson lo uccida
Il mio secondo film era per Robert Altman, per l’amor del cielo! California Poker e poi Nashville. Stop a greenwich Village con Paul Mazursky. Una voce interessante, perché con la nuova ondata gli studio stavano cercando nuovi talenti. Così Friedkin, Scorsese, Spielberg, Paul Schrader, e tutti quei ragazzi hanno conquistato Hollywood. Ho fatto Terrore dallo spazio profondo nel ’78 per Philip Kaufman. Ho fatto un film in Canada, Threshold, ho interpretato un medico che inventa un cuore artificiale con Donald Sutherland nella parte di chirurgo. Lui inserisce, il cuore intendo, delicatamente. Poi nel 1983 ho fatto Il Grande Freddo, film importante con Lawrence Kasdan e un grand ensemble. Vedo spesso Glenn Close, siamo molto amici. E arriviamo alla Mosca con il genio, David Cronenberg, e non c’è bisogno che io continui».
Non è male per un ragazzo di Pittsburgh. Quando l’ho incontrato a Venezia stava presentando The Mountain di Rick Alverson.
Rick Alverson è unico. Se hai visto The Comedy o Entertainment (i due film precedenti di Alverson ndr). Sono un genere di cinema perturbante, autentico, abile. Ci siamo conosciuti e io adoro ogni momento trascorso con lui.
Il film parla di Walter Freeman, un lobotomista famoso che si accorge che la sua tecnica non è più richiesta.
Sapevo che ci trovavamo nel territorio di un dramma che mi piace da sempre: Morte di un commesso viaggiatore [di Arthur Miller] e il suo sguardo all’applicazione fuorviata del cosiddetto sogno americano. E i suoi elementi più oscuri e segreti e bizzarri e brutali e grotteschi e ignoranti. Mi piacciono i film di PT Anderson, Il Petroliere e The Master. Mi piace Robert Altman. Nashville, che ho fatto con lui, era un’astrazione poetica di Americana con tutta la sua bruttezza kitsch, corruzione e sterilità e ignoranza. Tutto questo mi interessa. C’è un libro di Kurt Anderson Fantasyland or How America went Haywire, deve leggerlo se vuoi capire cosa sta succedendo oggi.
Come Voldemort di Harry Potter, Trump non viene nominato.
Penso che, come americani, abbiamo bisogno di dare un lungo sguardo a noi stessi nello specchio. E dovremmo farci alcune domande difficili: Cosa stiamo facendo? E perché? Guarda il documentario di Ken Burns sulla guerra in Vietnam, un altro esempio di una mentalità americana e brutte idee. Dalle sue origini l’America è stata piena di venditori e ciarlatani e impresari e narcisisti e gazze ladre che cercavano oro e ricchezze solo per loro, stupidamente, ed è ancora un’ambizione squallida, un’ambizione nociva e senza uscita.
Ma tutto questo è detto con un sorriso e c’è un’allegria che circonda Goldblum. Lo scorso luglio una statua gigante di Goldblum a petto nudo è apparsa sulle sponde del Tamigi per celebrare il 25° anniversario di Jurassic Park. Ma lui trova tutto divertente.
Gli aspetti di questa visibilità mi fanno piacere. Non mi dispiace incontrare e parlare con la gente, come te. Mi piace fare le foto.
Goldblum è sicuramente eccentrico ma la sua è una pazzia molto intelligente.
Io non mi sento pazzo. Il mio insegnante di recitazione, Sanford Meisner, un insegnante molto bravo che ho conosciuto a New York, mi diceva che dovevo trovare la mia voce ed essere originale e non copiare nessun altro. Forse quello è stato il seme. Ma non penso di aver cercato di essere insolito o diverso dagli altri tanto per farlo. Proprio adesso in questo momento non sto facendo nulla per sembrare strano, per fare effetto. Mi sento logico. Provo a vestirmi bene e mia moglie mi mantiene giovane.
Emilie Livingston – sposati dal 2014 – è seduta al fianco di Goldblum durante l’intervista.
Ci siamo conosciuti sette anni fa in palestra a Los Angeles. Lei è di Toronto, Canadese di origine. Ci siamo incontrati per la prima volta il giorno in cui sua sorella stava partorendo. Lei ha fatto ginnastica ritmica nel 2007 alle olimpiadi di Sydney. Adesso fa la controfigura. In LaLaLand lo faceva per Emma Stone quando ballava nel cielo stellato.
Si accorge che indosso una maglietta con David Bowie e dice subito:
Povero David. Ho lavorato con David Bowie in Tutto in una notte di John Landis. Un uomo molto carino.
Questa sensibilità per gli abiti continua con GQ che lo nomina l’uomo vestito meglio dell’ anno.
Il mio interesse per la moda viene dalla recitazione e dall’aver lavorato con bravi costumisti. Ho un’opinione molto decisa su colori e tessuti, e so cosa mi piace. Ed è così anche per i film. Io faccio i miei personaggi e poi recito quest’altro ruolo che si chiama Jeff Goldblum, e quello che suona il pianoforte nel suo gruppo e poi c’è un’altra versione jazz di Jeff. Abbiamo fatto anche un disco, suoniamo al Ronnie Scott’s di Londra, e anche a Berlino e Parigi in novembre. Ma se vieni a Los Angeles, noi suoniamo ogni mercoledì al Rockwell, vieni.
Stiamo per chiudere, il tempo è esaurito, e l’ufficio stampa mi fissa in modo eloquente ma Jeff si gira e mi dice: ‘Dai facciamo una foto insieme!’