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Jason Moran, omaggio al ragtime

Jason Moran, omaggio al ragtime

Jazz Track Tra le figure più rilevanti del jazz contemporaneo c’è senza ombra di dubbio il pianista Jason Moran. Esattamente dal primo gennaio è scaricabile su Bandcamp il suo nuovo lavoro From […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 21 gennaio 2023

Tra le figure più rilevanti del jazz contemporaneo c’è senza ombra di dubbio il pianista Jason Moran. Esattamente dal primo gennaio è scaricabile su Bandcamp il suo nuovo lavoro From the Dancehall to the Battlefield dedicato a James Reese Europe. Nato nel 1881 e divenuto una figura leggendaria del jazz delle origini grazie al suo lavoro di band leader e di promotore del Clef Club di New York, la prima associazione di musicisti neri, ha poi diretto la banda del 369°Reggimento di fanteria, detto anche The Harlem Hellfighters, durante la Prima Guerra Mondiale sul fronte francese.

Ritornato in patria carico di onori e fama purtroppo non ha avuto la possibilità di raccoglierne i frutti perché morì nel 1919 in seguito a una coltellata del suo batterista. Nel 2018 in occasione del centenario della fine della Grande Guerra Moran produsse uno spettacolo con un film e le musiche che ora possiamo ascoltare. Con il pianista ci sono Tarus Mateen, contrabbasso, Nasheet Waits, batteria, Logan Richardson e Brian Settles, sassofoni, Darryl Harper, clarinetto, David Adewumi, tromba, Reginald Cyntje e Chris Bates, tromboni, e Jose Davila, tuba. Nella scaletta del disco grandi classici del ragtime e primissimo jazz usciti dalla penna di Europe come Clef Club March e Castle House Rag e un trittico di W.C. Handy.

Il trattamento è sempre rispettoso ma non didascalico come ad esempio in Ballin the Jack con Moran letteralmente scatenato sulla tastiera, oppure Darktown Strutter’s Ball che si colora di un andamento funky. Il centro emotivo del disco è il dittico Flee as a Bird to your Mountain/Ghosts, commovente ricordo della tragedia bellica con l’inclusione del celebre tema di Albert Ayler reso con una ferocia dolente. Segue questa esecuzione lo straziante originale Drop (Tear) che fa scorrere come pannelli il piano gocciolante di Moran, gli ottoni e il rullo marziale dei tamburi.

Oltre a questo il disco contiene altri due brani a firma di Moran: il trionfante From the Dancehall to the Battlefield con cui inizia e il conclusivo For James. Un lavoro dalla scintillante bellezza esecutiva con una rilettura delle musiche mai banale ma invece ricco di derive espressive, invenzioni, fughe in avanti come lo splendido St. Louis Blues e che ha la sua forza in una precisa progettualità: conoscere la storia per non rimanere prigionieri del presente.

 

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