Se ne è andato a 74 anni Jalal Mansur Nuriddin (nato a Brooklyn), membro fondatore dei newyorkesi Last Poets, collettivo di poeti e musicisti che hanno ispirato il rap più politicizzato e socialmente coinvolto. Anche noto come Lightnin’ Rod, ha inciso nel 1973 – con quello pseudonimo – il fondamentale “Hustlers Convention”, album in cui si fondevano funk, jazz e magnetiche versificazioni (all’interno figurano Tina Turner, Bernard Purdie, Billy Preston, Kool and the Gang ecc.). Definito a ragione “The grandfather of rap”, il nonno del rap, Nuriddin – fervente musulmano – aveva lasciato i Last Poets prima che il gruppo originario incidesse “Right On”(1967), il suo unico album. Deciderà di appropriarsi lui stesso del nome The Last Poets con cui darà vita a sei dischi (all’inizio si firmava Alafia Pudim). Insieme a Umar Bin Hassan, Abiodun Oyewole, Sulaiman El-Hadi e il percussionista Nilaja Obabi, l’artista creerà un collettivo che permeerà la cultura di massa, afroamericana e non. Con pezzi quali “Wake up, Niggers”, “Niggers Are Scared of Revolution”, “Be-Yon-Der,” “White Man’s Got a God Complex” o “On the Subway”, i Last Poets – legati al nazionalismo black – hanno rappresentato la voce nera della disperazione; le loro performance si svolgevano in strada, circondati da decine di persone che ascoltavano intimorite e incantate i versi incendiari di Nuriddin e compagni. Sia dal vivo che su disco, i brani del gruppo venivano originariamente recitati, mai cantati, utilizzando un sottofondo percussivo che dava spessore alle parole. In seguito il gruppo virerà su strade che loro stessi chiameranno “jazzoetry”, un misto di funk, jazz e poesia. Quelle rime hanno cambiato la vita di Gil Scott-Heron, il noto poeta soul, e soprattutto di hip hopper come Grandmaster Flash, Run-Dmc, Public Enemy, Beatnigs, Nwa, A Tribe Called Quest. L’artista – che a nome The Last Poets ha lavorato anche con Bill Laswell su dischi come “Oh My People” e “Freedom Express” – collaborerà nel ’69 anche con Jimi Hendrix e Buddy Miles. Il risultato, “Doriella Du Fontaine” (la storia di una prostituta, scritta dallo stesso Jalal, è imperdibile). Anche in Gran Bretagna, Nuriddin – affetto da un tumore – e i Last Poets hanno riscosso consensi collaborando con etichette quali On-U Sound (e relativi artisti) o band come il Pop Group. E c’è una differenza fondamentale tra questi rapper ante-litteram e, ad esempio, i cantanti di protesta bianchi degli anni Sessanta: i Poets facevano realmente parte della classe sociale che rappresentavano, convinti di non potersene mai distaccare, anche perché l’America bianca non avrebbe mai acconsentito ad integrare nelle sue fila un manipolo di rivoluzionari.