«È un sogno. Ero emozionatissimo prima di entrare, poi ho iniziato a danzare e ho riconosciuto questo palcoscenico, una gioia immensa». È lunedì sera, è terminata al Teatro alla Scala l’ultima replica de La Bayadère con il Bol’šoj di Mosca, accolta da quindici minuti di applausi per il ritorno al Piermarini di Jacopo Tissi, 23 anni, primo ballerino italiano nella storia a essere assunto dal Teatro Bol’šoj di Mosca di cui oggi è Solista Principale. Uno dei debutti più attesi della favolosa tournée alla Scala del Bol’šoj, anche a giudicare dalle tante persone riunitesi in palcoscenico a fine recita, con l’affettuoso «bravo» di Carla Fracci, il plauso di Miuccia Prada, i complimenti diffusi a tutta la troupe moscovita, diretta con mano brillante da Makhar Vaziev.

Originario di Landriano, in provincia di Pavia, viso da bravo ragazzo, fisico da danseur noble già dai tempi in cui frequentava la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, Tissi è stato più volte indicato come il possibile nuovo Bolle della generazione anni Novanta.  La prima volta alla Scala per Tissi fu quando aveva solo undici anni: «Ero al primo anno di Scuola di Ballo e fui scelto per la danzetta del primo atto dello Schiaccianoci di Nureyev con la compagnia del Teatro. Un ricordo bellissimo».

Da allora tanti sono stati i passi in avanti. Diploma con lode nel 2014 alla Scuola della Scala allora diretta da Frédéric Olivieri, oggi alla testa del Balletto della Scala, Tissi danza per una stagione alla Staatsoper di Vienna. Nel 2015-2016 è richiamato in Scala da Makhar Vaziev, allora direttore alla Scala, per interpretare il ruolo del Principe nella Bella Addormentata di Ratmansky accanto all’étoile Svetlana Zakharova. Che rientro! Tutto faceva pensare a una carriera in ascesa alla Scala, ma Vaziev nel 2016 lascia per dirigere il Bol’šoj. Per tanti un fulmine a ciel sereno.

Alla Scala per breve tempo arriva Mauro Bigonzetti: pochi classici, titoli più moderni, Tissi non balla molto. Vaziev gli dà l’opportunità di una prova al Bol’šoj, Jacopo ci va e nel 2017 è ingaggiato, felice. Vaziev: «L’ho nominato qualche mese fa Solista Principale, lo vedrete maturato, balla moltissimo, abbiamo 250 spettacoli l’anno, mi auguro che un giorno possa ballare alla Scala da étoile». Intanto nella tournée milanese, Tissi ha danzato nel ruolo maschile protagonista de La Bayadère, l’incantevole guerriero Solor, parte per cui sensibilità e tecnica sopraffina sono doti imprescindibili. Un successo da ricordare, vissuto accanto a Alëna Kovalëva, altro giovane astro della compagnia.

La Bayadère è un biglietto da visita delle grandi compagnie russe. Classico firmato da Marius Petipa nel 1877 a San Pietroburgo su musica di Ludwig Minkus, racconta un Oriente da favola.
LO STILE è un classico impeccabile, decorato da magnetici orientalismi. Il Bol’šoj lo ha riproposto nella scintillante versione di Jurij Grigorovich. Termina con il Regno delle ombre, atto bianco emblema di purezza, capolavoro assoluto di Petipa. Corpo di ballo al top per armonia e stile e cast superlativi con Ol’ga Smirnova e Semën Chudin, partnership fuori dal comune per morbidezza della linea e carisma, alternati alla prima da Svetlana Zakharova e Denis Rod’kin di lirica grandezza. Artisti e ensemble poliedrici come ha provato il più moderno secondo titolo della tournée: La bisbetica domata di Jean-Cristophe Maillot su musica di Šostakovic, commedia di sottigliezze tecniche e espressive con il portentoso Vladislav Lantratov in Petruccio, la turbolenta Caterina di Ekaterina Krysanova, gli eccelsi Bianca e Lucenzio di Ol’ga Smirnova e Semën Chudin.