Un attacco di cuore se l’è portato via la mattina di venerdì, ma la notizia è trapelata solo ieri, sul suo sito ufficiale. A 74 anni è morto allo Scripps Hospita di La Jolla, in California, J.J.Cale. Chitarrista e autore di due epocali hit – trasformati in oro da Eric Clapton – Cocaine e After Midnight, che basterebbero da soli per farlo entrare di diritto nell’empireo delle leggende del rock blues. Uno stile unico, vellutato e riconoscibile fra mille – per intenderci la versione originale di Cocaine non assomiglia a quella peraltro efficacissima e sulfurea di Clapton – caratterizzato da un accompagnamento di chitarra sospeso e dolente, assoli asciutti e mai eccessivi e una ritmica quieta, sognante. Cale non ha mai perso nel tempo una vena autoriale di alto profilo.

Nato a Oklaoma City il 5 dicembre 1938 cresce a Tulsa e si trasferisce ventiseienne a Los Angeles dove scrive – e incide – After midnight. Ma non succede nulla, tanto che dopo un po’ di tentativi rientra a Tulsa dove per sbarcare il lunario si esibisce nei club. La svolta è tutta nel nome di «slowhand», Eric Clapton, che nel 1970 inserisce After midnight nel suo disco d’esordio solista. Cale lo scopre solo quando vede l’album schizzare ai vertici delle classifiche.

L’amico – e produttore- Audie Ashworth lo spinge allora a pubblicare – Naturally – il suo primo lp – dove trova spazio proprio l’assorta versione di quel successo. Clapton inciderà poi anche Cocaine, un pezzo che non riuscirà più a togliere dalle scalette dei concerti, diventato un banco di prova per aspiranti musicisti blues, e una rendita vitalizia per Cale che nonostante la fama (e le royalties) continuerà a mantenere, un profilo molto basso e schivo. La lista di brani scritti da Cale nel corso degli anni è lunghissima, molti dei quali rieseguiti da gente del calibro di Dr. Feelgood (No Time), Lynyrd Skynyrd (Call Me Breeze e I Got the Same Old Blues), Randy Crawford (una bellissima versione di Cajun Moon), Santana (Sensitive Kind).
Cale – che Clapton definisce «il suo maestro» (nel 2006 incideranno insieme il cd The Road to Escondido), ha influenzato anche un altra stella del rock blues contemporaneo: Mark Knopfler, ascoltare il suo recente Privateering (2012) per credere…