Ivana Galli, segretaria della Flai Cgil, perché ritenete che la reintroduzione dei voucher è una fake news?
Affermare, come fa il governo, che bisogna reintrodurli è sbagliato. La legge già li prevede ed è quella del maggio 2017.

Quella fatta dal governo Gentiloni per evitare il referendum indetto dalla Cgil?
Contiene norme utili per dare una risposta ai picchi di lavoro in agricoltura.

Ma allora perché il governo vuole fare questa operazione?
Leggendo gli emendamenti presentati dalla maggioranza abbiamo l’impressione che vogliano decontrattualizzare e deregolamentare un settore dove solo due mesi fa è stato firmato un contratto nazionale che regola anche gli impieghi brevi che sono una caratteristica di un lavoro stagionale, e non occasionale. In agricoltura è la regola.

In che modo?
Se si allunga il tempo massimo d’uso dei voucher, da tre a dieci giorni ad esempio, questo può significare che si lavora 4 ore in tutto nei 10 giorni previsti. Se arriva un’ispezione le imprese possono stare tranquille, perché si mettono al riparo dalle sanzioni. Questo è un salvacondotto per il lavoro nero.

Il ministro dell’agricoltura Centinaio sostiene che avremo 50 mila posti di lavoro in più. È d’accordo?
Semmai sono 50 mila possibili occasioni di lavoro pagate con i voucher. Oggi sono in nero e saranno pagate con il buono lavoro. Questo è un modo per nascondere il nero, non di creare posti di lavoro.

Quali saranno gli effetti?
Si condanneranno molti lavoratori a non avere l’indennità di disoccupazione, la maternità, la malattia e la pensione. I contributi sono versati nella gestione separata e non c’è una legge che dice come verranno usati.

Non state facendo allarmismo?
Non è allarmismo, è la realtà. In molti territori del Sud questa è la norma, portare a casa la giornata lavorativa più la disoccupazione può significare anche un reddito per una famiglia. L’estensione dei voucher può condannare le piccole economie che vivono di agricoltura. È questo che non si vuole capire.

Salvini ha alluso a una riforma della legge contro il caporalato. Se sarà così, cosa farete?
Sicuramente sciopero . E ci mobiliteremo per impedire che una legge che ha 19 mesi di vita sia modificata senza essere stata ancora del tutto applicata. È entrata in vigore la parte sulla repressione, non ancora quelle sul trasporto e il collocamento. Siamo ancora alle sperimentazioni. Invito Salvini ad andare alle 4 del mattino a villa castelli in provincia di Brindisi o a Mondragone in provincia di Caserta. Vada nelle piazze a vedere cosa succede. Potrà capire quanto lo sfruttamento è strutturato e qual è la situazione dei lavoratori che non hanno altra scelta che farsi sfruttare. Il problema va affrontato con serietà anche per le imprese sane che non vogliono competere sul costo del lavoro.

Il «decreto dignità 2.0» limita i contratti sui contratti a termine contro il «precariato», dall’altro estende i voucher. Secondo lei che politica è questa?
Credo che ci sia una contraddizione rispetto al titolo della legge. In realtà si toglie la dignità a tanti lavoratori costretti ad accettare tutto. Anche a lavorare 14 ore al giorno e sono sfruttati.

È uno scambio tra partiti? Ai 5 stelle le norme sui contratti, alla Lega quella sui voucher?
Sicuramente è una risposta alla Lega che da tempo vuole rivedere la normativa sui voucher. Ancora una volta penalizzano i soggetti più deboli e difficili da organizzare.

Un po’ ai lavoratori, un po’ di più alle imprese? È la politica al tempo del populismo?
A me sembra che non sia cambiato nulla rispetto a prima. Ancora una volta le imprese sono al centro, sono considerate il riferimento della politica. Ma dietro il Pil, il fatturato, il prodotto c’è chi lavora. L’eccellenza italiana è fatta dai lavoratori, dalla loro intelligenza, dalla loro manualità. In questa fase siamo in continuità con i governi precedenti. Siamo molto preoccupati.

Da oggi protesterete a piazza Montecitorio insieme a Fai Cisl e Uila-Uil contro i voucher. Se il governo andrà avanti, cosa farete?
Proseguiremo la mobilitazione. Siamo nel campo delle variabili, vedremo strada facendo, consideriamo anche l’ipotesi dello sciopero. Questo è sicuro: non ci fermiamo.