Ancora due settimane e poi si capirà se sulla riforma della cittadinanza il Pd fa sul serio oppure no. In ballo c’è il futuro di circa un milione di giovani, la maggior parte dei quali nati in Italia da genitori immigrati, che da anni aspettano di vedersi riconosciuto il loro diritto a essere cittadini italiani. Il 15 giugno va infatti in aula al Senato la nuova legge sullo ius soli dopo essere rimasta bloccata in Commissione Affari costituzionali per un anno e sei mesi dall’ostruzionismo della Lega che ha presentato ottomila emendamenti contro il testo. La decisione di far discutere il provvedimento dall’aula di palazzo Madama serve proprio per aggirare il boicottaggio messo in atto dal Carroccio e dalle altre opposizioni di destra, nella speranza di arrivare così a conclusione prima delle elezioni. «Se i dem non si tirano indietro possiamo farcela», ha dichiarato qualche giorno fa la senatrice di Mdp Doris Lo Moro, relatrice del testo.

Dire che si tratta di un provvedimento atteso con ansia è dir poco. Come dimostrano anche i dati elaborati in occasione della festa della Repubblica dalla fondazione Ismu e dai quali si evince la voglia di molti immigrati di diventare cittadini stranieri. Secondo lo studio il 2016 ha fatto registrare un vero record con 205 mila nuovi italiani, cifra che conferma un trend in salta ormai da cinque anni (nel 2012 sono stati poco più di 63 mila). Di questi il 39,7% ha meno di 19 anni, il 9,2% dai 20 ai 29 anni, il 16,4% dai 30 ai 39 anni, il 20% dai 40 ai 49. Gli over 50 rappresentano invece il 13,9%. «Sono diventati italiani soprattutto molti di coloro che appartengono a comunità di antico insediamento e che hanno dunque maturato i requisiti di residenza o naturalizzazione: albanesi e marocchini in testa», spiega la fondazione. Che sottolinea anche come siano cambiate negli anni le modalità con cui si ottiene la cittadinanza. «Se negli anni Novanta e in parte nel 2000 era largamente maggioritario il matrimonio con cittadino/a italiano/a, oggi sono divenute prevalenti le acquisizioni ottenute a seguito di residenza regolare e continuativa sul territorio italiano (sintomo del processo di stabilizzazione delle presenze). Quasi parallelamente sono aumentati i giovani e giovanissimi che hanno ottenuto la cittadinanza perché trasmessa dai genitori e i 18enni che lo hanno scelto».

Se approvata la nuova potrebbe creare quasi un milione di nuovi cittadini. Archiviato definitivamente lo ius sanguinis (sei italiano se figlio di italiani), si introdurrebbe uno ius soli temperato in base al quale acquisisce la cittadinanza chi nasce in Italia da genitori stranieri dei quali almeno uno ha diritto al soggiorno permanente, oppure una volta terminato un ciclo scolastico.

Una possibilità che potrebbe diventare reale dal 15 giugno, quando al Senato comincerà la discussione del testo. Di sicuro però al momento non c’è niente. Nonostante le solite dichiarazioni di intenti( a favore si sono pronunciati il ministro dei Trasporti Delrio e quello dell’Istruzione Fedeli), il Pd in passato ha più volte fatto cadere la possibilità di arrivare all’approvazione della legge. La rottura tra Matteo Renzi e l’ex alleato Angelino Alfano (già di suo per niente convinto della legge e ora probabilmente tentato di propositi vendicativi verso il segretario Pd), rende la strada per il via libera definitivo ancora più in salita, tenuto conto anche che il M5S potrebbe astenersi, come fece 18 mesi fa quando la legge venne approvata dalla Camera.