Dice Conor O’Shea che oggi l’Italia ha di fronte a se “una montagna da scalare per ottanta minuti”. La metafora alpinistica può apparire abusata ma contiene molti significati.

In montagna non ci si distrae mai, pena la propria rovina. In montagna le energie non solo non devono venir meno ma vanno anche indirizzate nel giusto modo, se no si disperdono e si crea uno stato di disordine interiore che ti mette in balìa degli eventi.

La scorsa settimana gli azzurri sono stati duramente puniti dal Galles con un parziale di 30 punti nel secondo tempo dopo aver condotto le danze nella prima parte del match. Giunti a metà scalata, dopo la pausa di ristoro Parisse e compagni si sono ritrovati con le idee confuse e il passo pesante: non era la fatica a renderli così fragili ed esposti al gioco gallese, semmai la mente fuggita altrove e le energie psicofisiche che se ne andavano per conto loro. La squadra non era più squadra bensì una somma di individualità incapaci di interpretare un copione coerente.

L’Irlanda, che non molla mai

Sabato c’è l’Irlanda, con la quale nel Sei Nazioni gli azzurri hanno vinto una volta sola (anno 2013, era Brunel). Squadra potente e battagliera – il fighting spirit è il marchio di fabbrica degli irlandesi. Non mollano, mai. Nemmeno quando perdono, come è accaduto sabato scorso a Edimburgo contro gli scozzesi (22-27): sono subito andati sotto di due mete ma non hanno mai smesso di macinare il loro gioco e si sono riportati in partita.

A marcare la differenza sono stati i calci di Greig Laidlaw, infallibile da qualsiasi zona del campo. L’Irlanda ha attaccato di più, guadagnato più volte la linea del vantaggio, ha avuto più degli avversari il pallone in mano; la Scozia, meno potente fisicamente, ha però difeso benissimo ed è stata letale nel trasformare in punti le occasioni a proprio favore.

Dunque l’Italia affronta una squadra reduce da una pesante sconfitta che vuole rimettersi in corsa da subito e che deve fare i coti con un difficile calendario (Francia in casa, Galles in trasferta, chiusura a Dublino contro l’Inghilterra). Una sconfitta con gli azzurri metterebbe definitivamente fuori gioco gli uomini di Joe Schmidt e nessuno scommette un centesimo su questa eventualità.

La battaglia sarà innanzitutto fisica e nei punti di incontro la forza delle terze linee irlandesi (Heaslip, Stander e O’Brien) non teme confronti con nessuna squadra al mondo.

Saranno quasi certamente i pack a fare la differenza e non per caso O’Shea, che oggi affronta per la prima volta la “sua” nazionale, ha voluto porre l’accento sulla disciplina (troppi falli contro i gallesi) e sulla capacità degli azzurri di uscire dai propri ventidue metri senza andare a infrangersi da subito contro le maglie verdi. La sindrome degli assediati va evitata a ogni costo.

Quattro cambi tra gli azzurri

Rispetto a sabato scorso ci sono quattro cambi nella formazione che O’Shea manda in campo (sabato 10 febbraio, ore 15.25, Dmax). In prima linea Leonardo Ghiraldini ritrova il suo ruolo di tallonatore al posto di Ornel Gega; in seconda linea Dries van Schalkwyk subentra a George Biagi; in terza c’è il ritorno del ristabilito Simone Favaro al posto di Braam Steyn; tra i trequarti Angelo Esposito sostituisce Bisegni.

Giocano: Padovani; Esposito, Benvenuti, McLean, Venditti; Canna, Gori; Parisse, Favaro, Mbanda; van Schalkwyk, Fuser; Cittadini, Ghiraldini, Lovotti.

Nell’Irlanda, assente l’infortunato Jonathan Sexton, la cabina di regia sarà in mano a Paddy Jackson, meno abile del fuoriclasse del Leinster nell’attaccare la linea ma comunque capace di garantire standard elevati.

La seconda sfida della giornata (17.50, Dmax) è di quelle imperdibili.

A Cardiff, nel Principality Stadium, il Galles aspetta l’Inghilterra e non c’è partita del Sei Nazioni in grado di proporre una rivalità tanto acerrima tra due squadre. Nessuna delle due ha entusiasmato in questo inizio torneo: gli inglesi hanno faticato non poco per sconfiggere i francesi a Twickenham, i gallesi hanno sì battuto l’Italia ma non sono più lo schiacciasassi di qualche stagione fa.

Domenica tocca a Francia-Scozia, di scena allo Stade de France di Parigi (16.00).