Con una decisione senza precedenti, il tribunale di Modena ha riconosciuto Italpizza parte civile nel procedimento penale con cui sono state rinviate a giudizio 66 persone – lavoratori, sindacalisti, attivisti – che tra la fine del 2018 e il giugno 2019 hanno lottato contro l’azienda.

Il giudice, al termine dell’udienza preliminare che si è svolta in tribunale ieri a Modena, ha ritenuto il sindacato Si Cobas responsabile civile: in caso di condanna, dovrà risarcire l’azienda che ha già chiesto 500 mila euro, senza documentare i danni avuti.

Nel caso in cui il sindacato non potesse pagare, l’azienda potrà rivalersi direttamente sulle persone eventualmente condannate.

Il processo è fissato per il prossimo febbraio. Si tratta della prima tranche di un «maxiprocesso»: altri lavoratori, sindacalisti e attivisti sono stati denunciati per altre proteste negli anni seguenti, andarono in scena davanti ai cancelli del colosso specializzato nella produzione di pizze surgelate, accusato di utilizzare finte cooperative per abbassare il costo del lavoro e i diritti.

Le ipotesi di reato vanno dalla violenza privata alla resistenza e lesioni. Le manifestazioni, a seguito delle quali ci furono per più volte scontri tra le forze di polizia e i manifestanti, scattarono per le condizioni di lavoro degli operai e delle operaie che lavoravano per due cooperative in appalto con condizioni molto diverse rispetto ai lavoratori direttamente assunti da Italpizza.

Amaro il commento di Si Cobas: «Per la procura di Modena – si legge in un comunicato – gli accusati sono i lavoratori che hanno osato rivendicare diritti minimi. Il tribunale non solo concede la possibilità di risarcire i danni derivati dai ritardi nelle consegne dovuti ai blocchi – considerando quindi lo sciopero un atto criminale, in barba a quarant’anni di giurisprudenza – ma anche per tutti i “reati di piazza”: resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, presunte lesioni a poliziotti. In una parola: Italpizza si fa Stato – continua il comunicato – . Una decisione di questo tipo, unica nella storia giuridica repubblicana, costituisce un deciso passo in avanti nella costruzione del regime autoritario nel nostro paese. È evidente come questi due assunti minaccino direttamente la vita stessa dei sindacati, di base e non solo. Il Si Cobas – conclude il comunicato – non si lascia comunque intimidire e proseguirà nella lotta per la giustizia sociale, come prima, più di prima».

Di parere opposto l’avvocato di parte civile Giulio Garuti: «Un primo passo importante».