Una partita da ricordare. E possibilmente da vincere, per cementare una tradizione. Tra poche ore l’Italia si gioca con la Germania un posto per le semifinali degli Europei francesi, un’altra finale anticipata, dopo quella vinta dagli Azzurri contro la Spagna. Ma stavolta non è solo dura, è davvero un’impresa, i tedeschi sono quelli dei Mondiali brasiliani, quelli che schiacciavano il Brasile padrone di casa, in più la sensazione Draxler nel motore, assieme al ritorno di Mario Gomez, 28 reti al Besiktas, due nel torneo. I favoriti d’obbligo della competizione, passati attraverso un girone eliminatorio tutt’altro che impegnativo, che hanno travolto negli ottavi di finale la Slovacchia di Marek Hamsik senza neppure inserire la terza marcia. Insomma, i più forti del lotto, più degli spagnoli, dei francesi padroni di casa, del Belgio pure accreditato dagli opinion leader del pallone europeo. Neuer, Hummels, Kroos, Schweinsteiger, Muller.

Le stelle (e la spina dorsale del nuovo Bayern Monaco di Carlo Ancelotti) di un contenitore multietnico di classe, potenza, inventiva, con i figli della nuova generazione tedesca (turchi, tunisini, ghanesi) scovati dai programmi di scouting sul territorio dalla federcalcio che hanno portato alla causa altre qualità rispetto alla solidità, alla forza ereditata dalla Nazionale che vinceva i Mondiali italiani, 26 anni fa oppure che cedeva all’Italia a Spagna ’82. Gli Azzurri invece sono aggrappati al possibile recupero all’ultimo minuto di Daniele De Rossi, anche lui campione del mondo ma a Berlino 2006, il torneo incubo per i tedeschi, che in verità mai l’hanno spuntata in otto partite con l’Italia tra Europei e Mondiali.

Quattro successi, altrettanti pareggi, inflitte batoste memorabili tra i Mondiali 1970 e gli Europei 2012, puntuali dopo paginate dei quotidiani tedeschi a ironizzare sulle debolezze italiane, anche se stavolta la Bild, il principale megafono sportivo su carta, è andata cauta. Il centrocampista della Roma sta recuperando dall’ematoma a una coscia, il ct prova soluzioni alternative – Parolo più che Sturaro centrale in mediana – ma è consapevole del peso specifico di De Rossi, uno di quelli abituati a vincere, tra i migliori contro la Roja, che non trema anzi rende al meglio contro gli avversari forti. E proprio in mezzo al campo la Germania esprime le carte migliori del suo potenziale, dallo stesso Kroos a Khedira, Ozil. Ma l’Italia è anche altro, anzi deve essere altro per superare gli storici avversari, oltre a De Rossi e alla solita difesa con brand juventino quasi insuperabile. Conte deve prepararsi a una partita diversa, la Germania gioca e corre, pressa alto, alterna gioco lungo e corto, è abituata a far pedalare gli avversari per gran parte del gioco effettivo. Con ogni probabilità saranno decisivi i cambi in corso d’opera per variare il tema della partita, con i tedeschi nella nostra metà a campo a costruire gioco.

A Bordeaux è già in corso l’esodo con diecimila italiani in arrivo dal resto d’Europa. E un buon pezzo del Paese, scettico (eufemismo) alle operazioni di partenza degli Europei, ora è sintonizzato sulle frequenze di Radio Conte. In ogni caso, va ricordato, anche in caso di stop contro la Germania, per l’Italia sarà un’edizione positiva, con la vera partita che partirà da settembre. E non solo sul rettangolo di gioco ma anche negli uffici della Figc. Per arrivare al livello dei tedeschi occorrono investimenti in strutture e personale, centri tecnici sul territorio e competenze per formare e poi selezionare i futuri Azzurri.