Miglioramenti. Non sufficienti per battere la Francia ma comunque confortanti. Questa volta non è l’umiliante 42-0 di Cardiff, non c’è il segno zero a certificare l’impotenza della nazionale, e il gap tecnico con le grandi nazioni del Vecchio Continente è apparso meno incolmabile. Ci sono, invece, tre mete azzurre, un secondo tempo giocato con lo spirito giusto e una buona presenza nei break-down che ha consentito alla squadra di mantenere la palla e avanzare mettendo in difficoltà la difesa dei galletti. La Francia, da parte sua, non ha mostrato la medesima qualità che domenica scorsa le ha permesso di battere gli inglesi. Forse ha preso un po’ sottogamba l’impegno, forse le manca ancora la necessaria continuità, difetto tipico delle squadre giovani. Fabien Galthié ha ancora molto da lavorare ma intanto porta a casa un secondo successo che colloca i coqs in testa alla classifica in condominio con l’Irlanda che sabato ha battuto il Galles nel suo secondo match casalingo.

LA SFIDA allo Stade de France si è conclusa con il punteggio di 35-22. Con cinque mete francesi contro le tre realizzate dall’Italia. Punteggio giusto per una partita più che godibile. I padroni di casa hanno subito impresso il loro segno, segnando due mete nel primo quarto d’ora di gioco (Thomas all’8’ e Ollivon al 17’) e portandosi sul 13-0. Poi c’è stato un ritorno degli azzurri che al 24’ hanno trovato una bella meta con Matteo Minozzi, la trasformazione e un penalty di Tommaso Allan che li ha riportati sotto break (13-10). L’equilibrio è però durato poco perché un penalty di Ntamack e una meta di Alldritt (man of the match anche oggi) hanno permesso ai francesi di allungare ancora e andare al riposo sul 23-10.

Il primo tempo è stato il momento migliore della Francia, guidata da un indiavolato Dupont e molto più aggressiva nei punti di incontro rispetto a una squadra azzurra che soprattutto nei primi minuti è parsa impacciata e in difficoltà nel contendere il possesso dell’ovale. Il secondo tempo ha avuto un segno diverso. L’Italia è stata molto più ordinata e disciplinata nei raggruppamenti, con tutto il pacchetto di mischia capace di battagliare alla pari con gli avversari. Dean Budd, reduce da un lungo infortunio, avrebbe dovuto partire dalla panchina, ma un infortunio dell’ultima ora patito da Alessandro Zanni lo ha costretto a disputare quasi tutta la partita ed è stato uno dei migliori in campo: un buon segnale in vista del match in programma tra due settimane allo stadio Olimpico contro la Scozia.

PARTITA bene dopo l’intervallo, l’Italia ha però dovuto incassare una quarta meta al 58’, quando Romain Ntamack ha trovato spazi larghi e una difesa azzurra mal posizionata. La corsa del mediano di apertura francese si è conclusa felicemente e senza opposizione: 28-10. Nonostante la segnatura subita, gli azzurri si riportavano avanti e i francesi si disunivano. Al 64’, dopo una serie di attacchi a ridosso della linea di meta, era il nostro pack a ridurre le distanze con Federico Zani. La trasformazione di Allan portava il punteggio sul 28-17. Al 73’ nuovo buco dei nostri (stanchi?) difensori ed era Serin a volar via: 35-17 con la trasformazione. All’80’, a tempo ormai scaduto, una bella iniziativa degli azzurri portava in meta Mattia Bellini. Finiva 35-22.

TRA DUE settimane c’’è dunque la Scozia che sabato, in un Murrayfield sferzato dalla pioggia e da un vento infernale, ha dovuto incassare la sua seconda sconfitta e riconsegnare agli inglesi la Calcutta Cup che per due edizioni è rimasta nella bacheca della federazione scozzese. E’ stata una partita d’altri tempi, segnata dalle condizioni atmosferiche e conclusa con un punteggio (13-6) all’antica. Calci a spiovere che il vento allungava oltre misura o spingeva più del dovuto, opzioni tattiche ridotte al lumicino, una sfida faticosa che solo l’astuzia o un colpo di fortuna potevano decidere. L’Inghilterra, che pure aveva disputato un primo tempo migliore, è andata al riposo con uno striminzito 3-0, frutto dell’unico penalty che Owen Farrell era riuscito a mettere tra i pali (aveva sbagliato altri tre calci). In apertura di ripresa era la Scozia a trovare il pareggio con un piazzato di Adam Hastings. A dieci minuti dalla fine le squadre erano ancora inchiodate sul 3-3 e la Scozia sembrava più in palla, ma un erroraccio di Stuart Hogg su un pallone che rimbalzava sotto porta metteva gli inglesi nelle condizioni di gestire una mischia a cinque metri dalla linea di meta e andare a segnare con il pilone Ellis Genge. Un nuovo piazzato di Farrell portava il XV della Rosa sul 13-3 e a nulla valeva la risposta di Hastings a tempo quasi scaduto.

La classifica: Francia e Irlanda 9; Galles e Inghilterra 5; Scozia 2; Italia 0.