I bookmakers non danno scampo all’Italia: se puntate una sterlina su un successo azzurro nel Sei Nazioni 2014, ne potreste portare a casa 200 nel caso che Parisse e compagni conquistassero per la prima volta il torneo più antico del mondo. Un anno fa gli azzurri riuscirono a sconfiggere Francia e Irlanda e si piazzarono al quarto posto, impresa riuscita soltanto nel 2007 (vittorie su Scozia e Galles). Questa volta i pronostici li vedono in corsa soltanto per il cucchiaio di legno, il trofeo virtuale che spetta agli ultimi in classifica.

Che cosa è cambiato nel corso di questi dodici mesi? Tutto, o quasi. In estate gli azzurri sono andati in Sudafrica e si sono fatti maltrattare dalle avversarie di turno (Springboks, Samoa e Scozia). Poi, nei test autunnali è andata anche peggio: vittoria rocambolesca con Fiji, disfatta con l’Australia, sconfitta meritata contro un’Argentina tutt’altro che irresistibile. La difesa, fino ad allora punto di forza, si è sbriciolata, anche per causa degli infortuni che hanno colpito Minto, Masi e Favaro, tre giocatori decisivi per la loro mobilità e la quantità di placcaggi eseguiti in ogni partita. In breve, risultati alla mano l’Italia è precipitata al 13° posto nel ranking mondiale, superata da Tonga e Fiji. Nel mentre l’Irlanda si è ripresa dal suo annus horribilis e a novembre è andata a un pelo da una storica vittoria sugli All Blacks, la Scozia continua a migliorare e la Francia, per quanto malmessa, è pur sempre la Francia.

Con queste premesse oggi gli azzurri vanno a sfidare il Galles campione in carica nella sua tana di Cardiff per la prima giornata del torneo (15.30). Inutile sperare in un risultato a sorpresa: nel rugby i miracoli non sono contemplati. Si può vincere quando le differenze tecniche tra due squadre si assottigliano, se la favorita gioca male e l’avversaria non sbaglia nulla (è quanto sarebbe potuto accadere un anno fa a Londra con gli inglesi), se il fato ti sorride, ma non è davvero questo il caso perché il Galles è uno squadrone e gioca in casa. La trequarti italiana schiera un esordiente, Angelo Esposito, e due giovani, Andrea Campagnaro e Leonardo Sarto, con due presenze a testa in nazionale, più Luke McLean e Alberto Sgarbi. Dall’altra parte i gallesi mandano in campo Leigh Halfpenny, Alex Cuthbert e George North, il miglior triangolo allargato del Sei Nazioni e uno dei più forti del mondo. Nell’uno contro uno non c’è storia: dagli un metro, ai trequarti gallesi, o sbaglia un placcaggio, e quelli vanno in meta.

Un po’ per scelta e un po’ per forza maggiore, Jacques Brunel ha deciso di buttare i suoi giovani nella mischia, a cominciare da Tommaso Allan, 21 anni e tre caps, schierato all’ apertura, un ruolo strategico e delicato che da più di un decennio non trova un interprete all’altezza di Diego Dominguez. È una scelta rischiosa quanto coraggiosa e condivisibile, dopo i molti, troppi numeri dieci transitati in quel ruolo senza mai lasciare ricordi entusiasmanti. Il pack azzurro sarà formato da Parisse, Zanni, Bergamasco, Geldenhuis, Bortolami, Castrogiovanni, Ghiraldini e Rizzo.

Il Galles ha vinto per due edizioni di seguito il torneo ed è ancora il favorito.

L’Inghilterra, che affronta la Francia a Parigi (17.30), ha scelto a sua volta una squadra di giovani, anche in vista dei mondiali 2015 che disputerà in casa, e medita una rivincita dopo la sconfitta di un anno fa nell’ultimo turno che le costò torneo e Slam. Domani la terza sfida tra Irlanda e Scozia a Dublino (15.30). Tutti i match del torneo saranno trasmessi in chiaro e in diretta streaming sul canale DMAX (gruppo Discovery) che si è aggiudicato i diritti per i prossimi quattro anni.