Alla fine anche l’Italia prenderà la sua quota di migranti dell’Aquarius. A comunicarlo è stato direttamente il governo maltese mercoledì sera, dopo che la nave della ong francese Sos Mediterranée aveva fatto il suo ingresso in porto con a bordo i 141 migranti tratti i salvo venerdì della scorsa settimana. «L’Italia aderisce all’iniziativa di ridistribuzione dei migranti», fanno sapere fonti di La Valletta specificando che «in seguito all’annuncio di un’azione di cooperazione congiunta tra cinque Stati membri per redistribuire tutti gli immigrati a bordo della Aquarius anche il governo italiano ha preso contatto con il governo maltese per partecipare all’iniziativa».

Una notizia che smentisce palesemente il ministro degli Interni Matteo Salvini che fino all’ultimo si era vantato di non aver preso neanche uno dei migranti che si trovavano a bordo della nave. Ma che, invece, viene confermata poco dopo dal Viminale. Intanto, però, scoppia un nuovo caso che coinvolge ancora una volta la nave Diciotti della Guardia costiera italiana con a bordo 177 migranti tratti in salvo da un barcone che, ancora una volta, Malta si sarebbe rifiutata di accogliere.

Ma andiamo con ordine. A dispetto di quanto più volte annunciato dal ministro leghista dopo Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Lussemburgo anche l’Italia decide di prendere la sua quota di migranti: Piccola: non più di venti persone. Sono dieci in meno rispetto al Portogallo, ma potrebbero comunque rappresentare il segnale di una possibile inversione di tendenza utile soprattutto a non isolare completamente il Paese dal resto dell’Europa.

La decisione coglie di sorpresa il titolare del Viminale che afferma di non saperne nulla ma che comunque fa buon viso a cattivo gioco.

La pace, però, dura poco. All’orizzonte, infatti, si profila già l’ennesima polemica di Salvini con Malta e l’Unione europea. Oggetto dello scontro è come sempre un barcone. «E’ mi dovere informarvi che un barcone con 170 immigrati a bordo (in realtà sono 177, ndr), ora in acque maltesi e in difficoltà, viene bellamente ignorato, anzi viene accompagnato verso le acque territoriali italiane, dalle autorità maltesi. Se questa è l’Europa, non è la mia Europa» scrive poco dopo le 9 di ieri mattina Salvini su Facebook.

Secondo quanto è stato possibile ricostruire il gommone con a bordo 190 migranti si trovava mercoledì sera all’interno dell’area Sar di Malta, che ha anche coordinato fino alle 20,53 l’intervento di soccorso, ora in cui, dopo essere stata rifornita di acqua, cibo e giubbotti di salvataggio, l’imbarcazione sarebbe stata accompagnata fuori dalle acque di riferimento maltesi. Alle 3,07 del mattino il centro di coordinamento italiano dei soccorsi viene contattato dal barcone che segnale un guasto al motore e infiltrazioni di acqua insieme al peggioramento delle condizione meteorologiche. A quel punto interviene la nave Diciotti che, nel buio, rileva anche la presenza di una nave non identificata nei pressi del gommone. Alle 3,30 i naufraghi vengo fatti salire a bordo della nave: 13 di loro, tra i quali tre bambini con i genitori, vengono trasferiti a terra per motivi sanitari, gli altri 177 (137 uomini, 6 donne e 34 minori) sono invece a bordo della Diciotti che chiede alla Valletta di destinargli un porto sicuro a Malta visto che il salvataggio sarebbe avvenuto all’interno delle sue acque. Cosa che, fino a ieri sera, Malta non aveva ancora concesso, dando avvio al nuovo braccio di ferro con Roma.

La reazione è immediata: «A fronte della disponibilità del nostro governo per accogliere non più di venti immigrati che erano a bordo della Aquarius – fanno sapere dal Viminale – in queste ore i partner europei pensano di lasciare sola l’Italia rifilandole un barcone con 170 persone. Se è davvero questo il tentativo, Roma rimetterà in discussione la possibilità di partecipare alla redistribuzione delle persone che erano a bordo della Aquarius, così come annunciato da Malta elle ultime ore». E si ricomincia.