Melina è una ragazza come tutte le altre. Ha 19 anni, frequenta la quinta superiore ed è in procinto di dare l’esame di maturità. Melina è nata in Italia, a Genova, dove tutt’ora risiede con i suoi genitori. È italiana e si sente italiana. Ma Melina non è una italiana come tutte le altre. Non ha cittadinanza e neppure diritto di voto. Perché è una italiana cosiddetta di “seconda generazione”. I suoi genitori sono originari dell’Ecuador. Un Paese di cui lei non conserva nessun ricordo, considerato che ci ha vissuto solo per pochi mesi, quando aveva quattro anni.
Qualche mese fa ha inoltrato una richiesta per ottenere la cittadinanza – «L’ho fatto appena sono diventata maggiorenne perché lo considero un mio diritto», spiega – ma la domanda è stata respinta perché non le è stata riconosciuta una sufficiente «continuità di residenza» in Italia. Sono bastati quei pochi mesi trascorsi in Ecuador quando era bambina a giustificare la risposta negativa della prefettura. Oggi Melina, che studia per la maturità, se dovesse perdere il permesso di soggiorno potrebbe essere espulsa dal nostro Paese.
A raccontarci la storia di Melina, che poi è la storia di oltre 600 mila nati in Italia da genitori stranieri (il 15 per cento delle nascite, secondo i dati del 2011), è la nuova Scheggia Za, prodotta da ZaLab. Un progetto volto a raccogliere «vite ignorate e segnate dai conflitti di oggi, con il desiderio di farne storie per tutti». La video-storia di Melina intitolata “Italeñas”, che potete vedere sul sito www.zalab.org, è stato realizzato da David Chierchini, Matteo Keffer e Davide Morandini. La voce narrante è quella di Domenica Canchano, giovane giornalista originaria del Perù approdata in Italia da bambina. Anche lei è una “italeñas”, una italiana diversa da tutte le altre italiane. Domenica è regolarmente iscritta all’Ordine dei Giornalisti ma è stata inserita d’ufficio nell’elenco speciale degli stranieri. Il che significa che paga le stesse tasse degli altri colleghi “italiani” ma non ha diritto a dirigere una testata o a svolgere le funzioni di direttore responsabile. «Il problema di Melina sta tutto nella legge che determina i criteri di concessione della cittadinanza italiana – spiega amareggiata – Se ne discute da perlomeno una ventina di anni. Se in tutto questo tempo non si è fatto nulla vuol semplicemente dire che non c’è la volontà di farlo».