La popolazione italiana invecchia e cresce anche il numero dei pensionati, mentre la generazione dei baby boomers, nati negli anni ’50 e ’60, in gran parte in pensione, si scopre più attiva, più istruita – ha potuto frequentare scuola e università di massa – e con stili di vita più salutari anche rispetto, in media, a quella dei nipoti.

Dei 60,7 milioni di residenti al 1° gennaio 2016 (popolazione diminuita di 139 mila persone sull’anno precedente), oggetto della ricerca Istat, gli over-64 sono 161,1 ogni 100 giovani con meno di 15 anni.

[do action=”citazione”]Siamo pertanto il paese più invecchiato al mondo con Germania e Giappone.[/do]

Aumenta anche l’età della pensione che passa in media da 62,3 a 63,5 anni mentre aumenta anche il numero degli anni di contribuzione con cui si arriva al pensionamento: chi va con contributi fino a 35 anni scende dal 54,9 al 37,5 per cento (dal 2003 al 2014), chi con tra i 36 e i 40 anni dal 37,6 al 33,7 %, mentre quadruplicano quelli con più di 40 anni di contributi (dal 7,6 al 28,8).

Le prestazioni risultano per questi più elevate ma non si sente ancora il passaggio al sistema contributivo puro.