Per Beirut è stata una messinscena, l’incursione del movimento sciita Hezbollah ieri in territorio israeliano, afferma, non c’è mai stata e il ministro degli esteri Nassif Hitti ha lanciato un avvertimento: «Difenderemo la nostra terra da ogni aggressione». Hitti ha ribadito che il Libano è impegnato a rispettare la risoluzione 1701 approvata nel 2006 dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu e la funzione del contingente di interposizione Unifil nel sud del paese. Poco prima lo stesso Hezbollah, con un comunicato diffuso dalla sua tv Al Manar, aveva negato che suoi combattenti siano penentrati in territorio israeliano aprendo il fuoco nella zona delle Fattorie di Shebaa, un fazzoletto di terra incastrato tra Israele, Libano e Siria e occupato da 53 anni dallo Stato ebraico. Il movimento sciita promette che risponderà al fuoco dell’artiglieria israeliana sulla zona di Kufr Shuba e ai danni che avrebbe causato a una abitazione civile nel villaggio di Al-Habariyah.

 

Israele al contrario conferma la versione che ha dato dell’accaduto: un commando di Hezbollah, 3-4 uomini, è penetrato per alcuni metri nell’area del Monte Dov – come in Israele chiamano le Fattorie di Shebaa –, forse per colpire un mezzo blindato posizionato nei pressi della “linea blu” di confine, ma ha trovato ad accoglierlo l’esercito che ha fatto fuoco costringendolo a rientrare subito in Libano. Almeno uno degli incursori sarebbe stato ucciso (Hezbollah nega) mentre tra i militari dello Stato ebraico non ci sono stati feriti. Israele subito dopo ha cannoneggiato l’area di Kufr Shuba mentre i suoi civili israeliani sono scesi nei rifugi per precauzione per ordine delle autorità militari. Dopo una ventina di minuti le armi sono tornate a tacere. I comandi israeliani sostengono che Hezbollah, con questa incursione, ha provato a vendicare l’uccisione di un suo ufficiale, Ali Mohsen, avvenuta la scorsa settimana durante un bombardamento aereo di caccia israeliani nei pressi di Damasco. «Hezbollah sta giocando con il fuoco, ogni attacco (contro Israele) sarà respinto con forza», ha commentato in serata il premier Netanyahu durante una conferenza stampa assieme al ministro della difesa Benny Gantz. Il contingente Unifil è intervenuto subito chiedendo che le due parti esercitino la massima moderazione lungo il confine.

 

Da giorni, dopo il raid aereo in Siria, la tensione è salita lungo la linea blu che delimita – dal ritiro israeliano dal Libano del sud venti anni fa – il confine tra il paese dei cedri e lo Stato ebraico. Hezbollah ha giurato di vendicare Ali Mohsen. Israele, secondo i media locali, avrebbe fatto sapere, attraverso una terza parte, al movimento guidato da Hassan Nasrallah di non aver colpito intenzionalmente Mohsen. L’area delle Fattorie di Shebaa Farms fu catturata da Israele nella guerra del 1967 ed è rivendicata dal Libano sebbene, secondo gli esperti internazionali, sia parte del territorio siriano del Golan.