Barack Obama e Benyamin Netanyahu si sono incontrati ieri alla Casa Bianca per la prima volta in sette mesi. Dopo l’abituale riaffermazione della stretta alleanza che unisce Usa e Israele, il presidente americano ha sottolineato che è importante «cambiare lo status quo a Gaza» e trovare la strada per «promuovere la pace con i palestinesi». Netanyahu ha replicato di essere impegnato a favore della soluzione dei due Stati (Israele e Palestina) ma, a proposito di eventuali trattative, ha detto che «esistono interessi comuni tra Israele e (alcuni) paesi arabi…abbiamo bisogno di questo per promuovere la pace». Neanche una parola per il suo “partner” di negoziato, il presidente dell’Anp e dell’Olp Abu Mazen, proprio come era avvenuto a inizio settimana quando il premier israeliano ha pronunciato il suo discorso annuale davanti alle Nazioni Unite senza peraltro avanzare alcuna idea o proposta di rilancio delle trattative. Netanyahu e il suo governo stanno scaricando Abu Mazen e hanno avviato una campagna di demolizione dell’uomo che pure per anni è stato considerato da Tel Aviv l’unico leader palestinese in grado di raggiungere un accordo di pace, accettando tutte le condizioni di Israele, contro la stesse aspirazioni del suo popolo.

 

Yuval Steinitz non è un ministro qualsiasi del governo israeliano. E’ responsabile per gli affari strategici ed è considerato molto vicino al premier Netanyahu. Lunedì scorso, durante una conferenza sulla recente offensiva “Margine Protettivo” contro Gaza tenuta al Centro Begin-Sadat per gli studi strategici, Steinitz ha rivolto ad Abu Mazen un attacco durissimo, senza precedenti. «Abu Mazen è un nemico peggiore di Yasser Arafat», ha affermato facendo un paragone tra il presidente palestinese e il suo (illustre) precedessore morto dieci anni fa per una misteriosa malattia dopo essere rimasto confinato per anni nel suo ufficio di Ramallah (la Muqata) per ordine di Israele. Secondo Steinitz Abu Mazen addirittura «nega l’esistenza dello Stato ebraico e il diritto del popolo ebraico ad avere un proprio Stato. Per Abu Mazen non ci sono ebrei. Egli è disposto a riconoscere solo la religione ebraica», ha detto il ministro in riferimento al rifiuto, sino ad oggi, di Abu Mazen di riconoscere Israele come “Stato del popolo ebraico” (i palestinesi temono che tale riconoscimento finisca per danneggiare la minoranza araba in Israele e il diritto al ritorno per i profughi).

 

Arafat era stato accusato da Israele di aver ordinato o approvato “operazioni terroristiche”. Per Steinitz Abu Mazen avrebbe fatto di peggio perchè, pur condannato il terrorismo, ha rivelato una inspiegabile incapacità a smantellare le organizzazioni terroristiche. «Negli ultimi nove anni, con Abu Mazen presidente – ha notato il ministro – i palestinesi di Gaza hanno lanciato 16.000 razzi contro Israele. Attacchi terroristici sono stati eseguiti contro gli israeliani, oltre al rapimento e l’uccisione di tre ragazzi ebrei in Cisgiordania a giugno». Steinitz ha concluso con due importanti affermazioni: gli attentati in Israele sono diminuiti solo grazie all’azione dell’esercito (di occupazione, ndr) e gli accordi di Oslo siglati 21 anni fa sono stati «colossale fallimento» per gli interessi israeliani.

 

Parole importanti arrivate in anticipo sull’avvertimento lanciato ieri da Abu Mazen durante un incontro con un gruppo di giornalisti: se gli Stati Uniti useranno il veto per bloccare l’iniziativa palestinese al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il ritiro entro tre anni di soldati e coloni israeliani dai Territori occupati, i palestinesi reagiranno interrompendo la (tanto contestata) cooperazione di sicurezza con Israele. Tra i palestinesi si tende ad escludere un tale passo da parte di Abu Mazen. Allo stesso tempo le parole del presidente dell’Anp potrebbero spingere il governo israeliano ad ordinare un maggiore presidio delle forze militari in Cisgiordania, se non anche la rioccupazione di gran parte delle zone A dove l’Anp esercita, almeno sulla carta, la piena autorità, come probabilmente desiderano diversi ministri israeliani. Steinitz, ad esempio, ha ammesso di aver premuto sul governo per prendere il controllo di Gaza ma la sua proposta non è stata accettata dalla maggioranza del gabinetto.