Israele nega qualsiasi coinvolgimento nell’esplosione spaventosa avvenuta ieri pomeriggio a Beirut ma conferma di aver bombardato la vicina Siria appena qualche ora prima. «Abbiamo prima colpito una cellula e ora i mandanti. Faremo il necessario per difenderci. Invito tutti, Hezbollah compreso, a pensarci. Non sono parole al vento». Benyamin Netanyahu ha commentato così, lanciando un avvertimento, i pesanti attacchi aerei compiuti lunedì sera in Siria. Il premier, con un’insolita pubblica rivendicazione dei raid militari compiuti dal suo paese, si è riferito ai quattro uomini, non meglio identificati, uccisi nel fine settimana all’esercito israeliano lungo le linee armistiziali sul Golan occupato mentre, afferma Tel Aviv, tentavano di nascondere ordigni esplosivi. Quindi ha parlato di “mandanti”, intendendo gli iraniani e i leader del movimento sciita libanese Hezbollah. Secondo fonti non ufficiali, lunedì sera i missili israeliani hanno colpito nelle zone di Quneitra e Boukamal uccidendo 15 iracheni inquadrati nella milizia filo iraniana impegnata a sostegno dell’esercito siriano. Damasco ha parlato di un attacco contro postazioni militari siriane. (michele giorgio).