Dopo aver somministrato nei mesi passati una terza dose del vaccino al 50% della sua popolazione, in anticipo su altri paesi, Israele si prepara ad avviare, già tra una settimana, l’inoculazione della quarta dose. A raccomandarla è stato due giorni fa il comitato di esperti che affianca il ministero della sanità, raccogliendo l’approvazione di Naftali Bennett. Il premier da giorni, di fronte all’aumento dei positivi al virus e al moltiplicarsi dei contagi con la variante Omicron, ripete che Israele non è in grado di fermare la quinta ondata della pandemia e che occorre proteggere quanto prima fragili e anziani. «I cittadini di Israele sono stati i primi a ricevere la terza dose e continuiamo ad essere pionieri anche con la quarta», ha affermato il primo ministro dando istruzione alle autorità sanitarie di prepararsi al rilancio della campagna vaccinale.

Il passo definitivo verso la quarta dose deve ancora avere l’approvazione del direttore generale della sanità, Nachman Ash, ma appare scontata. Le future somministrazioni riguarderanno quelli a rischio, il personale medico e gli over 60 che hanno ricevuto la terza dose da più di quattro mesi. Tuttavia, non è escluso che il richiamo sia reso disponibile per l’intera popolazione nei primi mesi del nuovo anno. In Israele inoltre proseguono le vaccinazioni dei bambini tra i 5 e gli 11 anni, tra i più colpiti. Non tutti gli esperti concordano sulla necessità assoluta della quarta dose. Se da un lato i dati raccolti dimostrano un calo della protezione offerta dal vaccino, anche dopo la terza dose, dall’altro non pochi sollevano dubbi sulla trasparenza delle decisioni che sono state adottate mentre il centro specializzato Sheba studia ancora gli esiti sul sistema immunitario dei volontari che si sono offerti di ricevere la quarta dose. Altri ancora non condividono l’allarme che il premier Bennett trasmette alla popolazione.

Israele ora registra mille contagi giornalieri e aumenta la diffusione della variante Omicron – 341 i casi accertati fino a martedì più altri 800 sospetti – ma i ricoveri negli ospedali restano stabili e i casi gravi sono poche decine contro le centinaia della precedente ondata causata dalla variante Delta. Le autorità sanitarie hanno anche smentito il primo decesso attribuito alla Omicron che martedì aveva suscitato non poco clamore. Il ministro delle finanze Avigdor Liberman, perciò, si è schierato contro le nuove restrizioni perché, a suo dire, la malattia causata dalla Omicron sarebbe di poco conto, simile nella maggior parte dei casi a una semplice influenza stagionale. Piuttosto, sollecita, va protetta l’economia nazionale. «Conviviamo con Omicron già da un mese e mezzo. Finora solo 12 persone sono morte in tutto il mondo per quanto ne sappiamo», ha commentato il ministro suscitando il rabbioso rimprovero della funzionaria del ministero della sanità, Sharon Alroy-Preis. Quest’ultima riferendosi agli ultimi dati provenienti dal Sudafrica, dove sono stati registrati i primi casi della Omicron, ha confermato che al momento la mortalità appare bassa rispetto a quella causata dalla Delta ma si segnala un preoccupante aumento dei contagi e dei ricoveri ospedalieri. Nel dibattito sono intervenuti i ricercatori dell’Università Ebraica secondo i quali i positivi alla Omicron si moltiplicheranno rapidamente causando entro fine gennaio il ricovero ospedaliero per circa 1.600 persone.