‎«La pubblicazione delle memorie (dell’ex premier) Ehud ‎Olmert non c’entrano nulla. Siamo di fronte a un messaggio ‎molto chiaro all’Iran: l’abbiamo fatto in Siria e possiamo ‎farlo ovunque». Eytan Gilboa, analista militare del centro ‎Besa dell’università Bar Ilan di Tel Aviv, sgombra il ‎campo da ipotesi, tesi e congetture fatte dai giornali locali ‎sui motivi che, quasi 11 anni dopo, hanno spinto Israele ad ‎ammettere di aver compiuto nel settembre del 2007 un ‎attacco aereo contro un presunto reattore nucleare in ‎costruzione nei pressi di Deir Ezzor, nella Siria orientale. ‎In effetti tutti sapevano sin dall’inizio che il sito di al ‎Kubar era stato distrutto da missili sganciati da ‎cacciabombardieri F16 ed F15 con la stella di Davide. Il ‎punto è perché rivelarlo proprio ora.‎

‎ ‎«Il libro di Olmert (il primo ministro che diede il via ‎libera all’attacco aereo, ndr) non è la ragione dietro questa ‎mossa – spiega Gilboa – storie di questo tipo, che ‎riguardano operazioni militari segrete, Israele in genere le ‎rivela dopo 20 o 25 anni. La decisione del governo ‎Netanyahu di uscire allo scoperto ora serve ad aumentare ‎le pressioni sull’Iran mentre, come si dice, Trump si ‎prepara non certificare più l’accordo internazionale sul ‎nucleare iraniano fimato nel 2015 anche dagli Stati Uniti». ‎Spiegazioni che trovano una conferma indiretta nel ‎commento di Netanyahu. ‎«Il governo israeliano, le nostre ‎forze armate ed il Mossad hanno impedito alla Siria di ‎sviluppare capacità nucleari‎», ha detto. La politica di ‎Israele, ha aggiunto, ‎«era e resta coerente: impedire ai ‎nostri nemici di armarsi con ordigni atomici». D’altra parte ‎pochi giorni dopo l’attacco, il 19 settembre, proprio ‎Netanyahu, a quel tempo capo dell’opposizione, fu l’unico ‎leader politico a confermare che l’aviazione israeliana ‎aveva effettuato un attacco nel nord della Siria. Il più ‎esplicito ieri è stato il ministro per l’intelligence Yisrael ‎Katz. ‎‎«Quella operazione ed il suo successo hanno ‎chiarito ‎che lo ‎Stato d’Israele non consentirà mai che si ‎dotino di ‎armi ‎atomiche quanti minacciano la sua ‎esistenza. Allora ‎la ‎Siria, oggi l’Iran‎», ha scritto su twitter. ‎Nel 1981 Israele aveva distrutto un altro reattore nucleare, ‎quello di Osirac, a sud di Bagdad (Iraq).

‎ L’annuncio delle forze armate israeliane è giunto nel ‎corso della notte tra martedì e mercoledì: ‎«Oggi possiamo ‎pubblicare che fra il 5 e il 6 settembre 2007 la nostra ‎aviazione colpì e distrusse un reattore nucleare in fase ‎avanzata di costruzione a Deir Ezzor, 450 chilometri a ‎nord di Damasco‎». Fino a due giorni, su intimazione della ‎censura militare, i media israeliani potevano parlare ‎dell’attacco solo sulla base di fonti straniere. ‎«La ‎distruzione del reattore nucleare, conosciuta come ‎operazione ‘Fuori della scatola’, fu condotta – ha precisato ‎il portavoce militare – da otto velivoli dell’aviazione ‎militare, sulla base di sforzi lunghi e complessi di ‎intelligence nonchè operativi. Fu così eliminata una ‎minaccia nucleare nei confronti dello Stato di Israele e ‎della intera regione‎». Tel Aviv sostiene che la sua ‎intelligence produsse le informazioni necessarie per ‎lanciare un attacco aereo preciso. E che le forze armate si ‎prepararono a vari scenari, anche a una guerra.‎

‎ I giornali hanno scritto di indecisioni in seno al governo ‎Olmert e di una richiesta di bombardare il sito israeliano ‎presentata alla Amministrazione Bush che però la respinse. ‎Il rifiuto spinse Israele ad agire da solo tenendo però gli ‎Usa al corrente delle sue decisioni. La Siria da parte sua ‎non negò le violazioni israeliane del suo spazio aereo, ‎disse di aver respinto i velivoli nemici e non fece ‎riferimento alcuno all’impianto di al Kubar reso un cumulo ‎di macerie dalle bombe israeliane. Tuttavia il suo rifiuto ‎della richiesta fatta dall’Agenzia internazionale per ‎l’Energia Atomica di visitare ‎l’impianto, fece crescere i ‎sospetti e favorì Israele. Anni dopo la rivista americana ‎The New Yorker riferì che nel 2006 a Vienna un agente del ‎Mossad israeliano aveva rubato a casa di un alto ‎funzionario siriano i documenti che dimostravano ‎l’esistenza di un reattore nucleare in costruzione a Deir ‎Ezzor‏.‏