Gli organizzatori della Freedom Flotilla III non usano mezze parole. Parlano di atto di pirateria, di sequestro di 18 persone, avvenuto a 190 km dalla costa di Gaza, quindi in acque internazionali. Denunciano la mancanza di notizie sui 18 passeggeri e membri dell’equipaggio della “Marianne”, circondata ieri prima dell’alba dalla Marina militare israeliana, abbordata da un commando e costretta a dirigersi al porto di Ashdod. La Freedom Flotilla Italia in particolare ricorda di aver chiesto, con largo anticipo, attenzione e protezione per i passeggeri del nuovo convoglio per Gaza – una cinquantina in tutto, tra i quali l’ex presidente tunisino Moncef Marzouki – al capo dello stato Mattarella, al premier Renzi e al ministro degli esteri Gentiloni in visita ufficiale ieri nei Territori occupati palestinesi e in oggi in Israele. «Pretendiamo dalle nostre istituzioni e in primo luogo dall’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, che chiedano conto al governo israeliano di ciò che sta accadendo ora, di come si possa permettere di attaccare militarmente barche in regola coi documenti della navigazione, in acque internazionali, impunemente…si chieda il rilascio immediato delle persone sequestrate e del peschereccio “Marianne”, si pretenda, come vuole il diritto internazionale e come richiede l’Onu, la fine del blocco di Gaza da parte di Israele e l’apertura al mondo del porto di Gaza», si legge nel comunicato diffuso dopo l’arrembaggio alla “Marianne”. Per Israele tutto si è svolto nel rispetto della legalità internazionale, come ha detto il premier Netanyahu complimentandosi con la Marina e i commando per il «successo» dell’operazione in mare. Il blocco di Gaza, secondo Tel Aviv, è legale perchè finalizzato ad impedire il traffico di armi.

 

Ma bordo della “Marianne” non c’erano dei “terroristi” (come li hanno descritto alcuni media israeliani) ma 18 persone pacifiche, alcune delle quali avanti con gli anni, giornalisti, un ex presidente protagonista della primavera di Tunisi e anche tre cittadini israeliani: il deputato arabo Basel Ghattas, il musicista Dror Feiler e un reporter della tv Channel 2. Volevano solo consegnare pannelli solari a un ospedale e aiuti umanitari. Più di tutto intendevano chiedere al mondo di impegnarsi per mettere fine al blocco di Gaza che dal 2006 colpisce 1,8 milioni di civili palestinesi. E se è vero che l’azione di forza contro la “Marianne” ha l’appoggio della maggioranza degli israeliani, allo stesso tempo anche in questa occasione non poche voci si sono levate nello Stato ebraico a sostegno della Freedom Flotilla. Una su tutte quella di un attivista e storico pacifista, Uri Avnery. «Al di là della questione specifica di questa flottiglia, è ormai tempo di aprire il porto di Gaza e liberare l’economia della Striscia da uno strangolamento che conduce i suoi residenti alla disoccupazione e a una terribile povertà…E’ risaputo che soggetti internazionali hanno la volontà di trattare un accordo per la supervisione internazionale sul porto di Gaza e che la leadership (del movimento islamico) Hamas desidera raggiungere tale accordo», ha scritto qualche giorno fa Avnery.

 

L’altra notte tutto è cominciato intorno alle 2 e 06. A quell’ora le altre tre navi del convoglio – “Rachel”, “Vittorio” e “Juliano” (con a bordo l’italiano Claudio Tamagnini) –, in mare in appoggio alla nave “ammiraglia”, stavano già rientrando ai porti di partenza. Dalla “Marianne” hanno contattato la Coalizione della Freedom Flotilla informandola che l’imbarcazione era stata circondata da tre navi della Marina israeliana a circa 190 km dalla costa di Gaza, in acque internazionali. Poi, probabilmente per le interferenze generate dalle unità da guerra israeliane, è cessato ogni contatto radio con il peschereccio partito alcune settimane fa dal nord Europa. Quindi, alle 5 e 11, le forze armate israeliane ha annunciato di aver «visitato e perquisito» la “Marianne”. Secondo la versione di Israele tutto si sarebbe svolto senza alcun incidente. E le agenzie di stampa internazionali, a cominciare da quella italiana più importante, hanno subito sposato questa versione rassicurante. La Coalizione della Freedom Flotilla al contrario dubita che sia svolto tutto «senza eventi di rilievo» e ricorda che nel 2012, alcune delle persone a bordo di un’altra imbarcazione diretta a Gaza, la “Estelle”, furono bloccate con i taser e maltrattate. Senza dimenticare che nel 2010, dieci passeggeri della turca “Mavi Marmara” furono uccisi durante un’azione simile di commando israeliani. Solidarietà a passeggeri e membri della “Marianne” è stata espressa dal sindaco Palermo Leoluca Orlando e in diverse città europee sono stati organizzati sit-in di protesta.