Finalmente si muove lo stato. Dopo anni di denunce, di licenziamenti e di girandole di cooperative, ieri in un colpo solo per i facchini di Fiano Romano è arrivato l’incontro al ministero dello sviluppo con Luigi Di Maio e – ancora più importante – l’intervento degli ispettori del lavoro. Il caso è quello della Pac 2000 sede del magazzino dove vengono smistate le merci per le catene Conand e Todis per tutto il centro sud (Umbria, Lazio, Campania e Calabria).

I 350 lavoratori hanno vissuto sulla loro pelle il peggio della deriva delle false cooperative: mancato riconoscimento delle indennità di malattia e delle ore di straordinario, false assemblee, perdita dell’anzianità nel passaggio da una cooperativa all’altra, licenziamenti in caso di cambio di iscrizione sindacale. «In un anno hanno cambiato 9 denominazioni tutte riconducibili a Fabrizio Coscinone (noto alle cronache per ripulire le aziende fallite nella zona di Pomezia e per svariati procedimenti per evasione fiscale, ndr): era la stessa cooperativa che chiudeva per poi riaprire subito dopo con un altro nome – denuncia Domenico Teramo dei Cobas – per questo a fine maggio abbiamo deciso di fare un esposto alla procura della repubblica facendo la storia del sito di Fiano Romano negli ultimi 12 anni. Negli ultimi tempi i presidenti delle cooperative erano prestanome indiani che non parlavano neanche l’italiano».

La richiesta dei lavoratori è molto chiara: «Noi pensiamo che gli appalti di Pac 2000 siano illeciti e che quindi tutti i lavoratori debbano essere assunti direttamente da Conad».
Come detto, proprio ieri mattina il caso era arrivato al ministero dello Sviluppo economico dove i lavoratori sono prima stati ricevuti dal responsabile dei tavoli di crisi aziendali Giampiero Castano e poi, sotto il ministero, hanno parlato con il ministro Di Maio sceso per un bagno di folla. «Il responsabile del ministero è rimasto molto colpito dalla vicenda e ha detto che convocherà al più presto Conad», spiega Francesco Iacovone dell’esecutivo nazionale Cobas.

 

Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio

Nel parlare con i lavoratori invece il ministro Di Maio ha aumentato il già alto numero di annunci fatti dall’insediamento. Ha dichiarato l’intenzione di convocare un tavolo per rivedere la legge sulle liberalizzazioni delle aperture degli esercizi commerciali nei giorni festivi, il decreto Monti. La proposta di legge del M5s nella scorsa legislatura prevedeva la chiusura per 12 festività nazionali con una deroga massima per le aziende per sei festività.

«Una notizia che aspettavano i circa 3 milioni di lavoratori del commercio – dichiara Iacovone –. Di Maio lo aveva annunciato in campagna elettorale e lo ha confermato su mia precisa domanda, durante il presidio dei lavoratori. Ora – prosegue il rappresentante Cobas – attendiamo che alle parole seguano i fatti: una nuova legge che metta al riparo i lavoratori del commercio dalla precarietà, dallo sfruttamento e dall’alienazione dei tempi di vita, acuiti dal decreto Monti», conclude Iacovone.