A Pasqua era esplosa la polemica su gli italiani volati alle Canarie per le vacanze. Campanello d’allarme di quello che potrebbe succedere la prossima estate, con Spagna e Grecia pronte a sottrarre quote di turisti all’Italia mentre i governatori nostrani sono intenti a farsi la concorrenza tra loro. Il primo a scattare sulla linea di partenza è stato in campano Vincenzo De Luca, pronto a imitare il modello isole greche Covid free: «Lavoriamo per perseguire questo obiettivo – ha ribadito ieri -. Il rilancio del comparto è prioritario: o questa operazione si fa oggi o perdiamo un altro anno di turismo. La Campania non chiederà l’autorizzazione né a Roma né a Bruxelles».

DAL COMMISSARIO straordinario è arrivato subito lo stop: «L’ordinanza numero 6 ha valenza nazionale. La priorità, per quanto riguarda le vaccinazioni, sarà rivolta alle persone anziane e alle categorie fragili». E la ministra agli Affari regionali, Gelmini: «Tutti vogliamo le isole Covid free ma, per evitare il caos, le regole che il governo ha individuato debbano essere rispettate». Nel pomeriggio De Luca ha replicato con una nota che, però, contiene anche una mezza marcia indietro: «La campagna segue le priorità indicate per gli ultraottantenni e i fragili. Anche sulle isole ogni centro vaccinale procede per fasce di età. Ma, una volta completati gli over 80, 70 e 60, il centro può procedere verso tutte le categorie. Il dato reale è la drammatica carenza di vaccini Pfizer e Moderna, che rappresenta un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo. Con l’accumulo di Astrazeneca, non utilizzato per varie indisponibilità, si procederà a un’utilizzazione anche per categorie economiche».

La decisione di De Luca era già stata comunicata la scorsa settimana, quando aveva provocato la reazione preoccupata degli stessi territori campani con vocazione turistica ma sulla terra ferma, come il Cilento o Ercolano. Ma era piaciuta al ministro competente, il leghista Garavaglia: «La Grecia si sta muovendo in quella direzione, se non lo facciamo noi lo fanno altri e lo svantaggio diventerà enorme. C’è un tavolo aperto per arrivare ad avere dei protocolli e delle modalità di circolazione sicura».

L’OPPOSIZIONE più forte è arrivata dai governatori del Nord. «Mi auguro che il ministro Garavaglia rigetti immediatamente la proposta di isole Covid free. Non possono esserci località turistiche privilegiate a discapito di altre» ha attaccato l’emiliano Stefano Bonaccini. «L’Italia intera deve ripartire – la posizione del ligure Giovanni Toti – non ci possono essere corsie preferenziali». Un no anche dal veneto Zaia, dal piemontese Cirio. E dal friulano Fedriga: «Per i vaccini dobbiamo utilizzare il metodo più egualitario possibile altrimenti si creano tensione sociali». Il metodo egualitario per ora è non pervenuto.

L’UE INVIA all’Italia il 13,51% delle dosi perché è quanto pesa sulla popolazione comunitaria. La Campania, rispetto al totale italiano, vale il 9,6% ma ha ricevuto fino a marzo il 7,2% delle dosi, evidentemente a vantaggio di altri territori. Nel dettaglio: la Campania ha una popolazione di 5.712.143 abitanti e ha avuto (a ieri mattina) 1.280.755 dosi; l’Emilia Romagna ha avuto 1.289.060 dosi su 4.464.119 abitanti; il Piemonte ha avuto 1.240.040 dosi su 4.311.217 abitanti; il Veneto 1.265.870 dosi su 4.879.133.

Il metodo egualitario non lo voleva neppure la Lombardia. A dicembre l’eurodeputato leghista Ciocca aveva rivendicato: «Se si ammala un lombardo vale di più che se si ammala una persona di un’altra parte d’Italia» pretendendo più vaccini. A gennaio la vicepresidente Moratti aveva chiesto all’allora commissario Arcuri una distribuzione dei vaccini in base al «contributo che le regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus». Salvo poi fare marcia indietro dopo una seconda ondata di polemiche. De Luca ieri ha minacciato di disertare la Conferenza Stato – Regioni «se per aprile non arriveranno i 200mila vaccini in meno che ci hanno sottratto in tre mesi».

SICILIA E SARDEGNA sul tema isole si sono schierate con la Campania. «Gli abitanti delle isole vivono condizioni particolari, perché devono aspettare luglio o agosto per vaccinarsi?» si è domandato il presidente siciliano Musumeci. «Resto stupito di fronte alle parole del presidente Bonaccini, che parla di “privilegi”. Forse qualcuno non si rende conto di cosa significa ammalarsi di Covid in una piccola isola dove non c’è un ospedale, non c’è una sala di rianimazione. Se hai un problema devi chiamare l’elicottero» la replica di Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa. «Non credo che Bonaccini debba strillare che c’è la concorrenza sleale, perché la concorrenza sleale noi la subiamo da sempre» il commento dell’assessore sardo alla Sanità, Mario Nieddu.