«Quattro esplosioni simultanee», come ha riferito una fonte della polizia locale (tace per ora l’esercito egiziano), avrebbero provocato la morte di 8 persone (un civile e sette militari, tra i quali un ufficiale) e il ferimento di 12 reclute non lontano da Sheikh Zuweid, nel Sinai settentrionale. Gli ordigni erano stati piazzati lungo l’autostrada e sono stati fatti esplodere al passaggio di una colonna di veicoli militari. Subito dopo, informano sempre le forze di sicurezza della zona, è scattata una caccia ai miliziani jihadisti attivi nella regione.

L’Isis da parte sua ha diffuso una rivendicazione via web nella quale sostiene di aver ucciso «più di 18 militari» facendo esplodere «cinque ordigni«. La rivendicazione indica i luoghi, tra cui il «sud-ovest di Sheikh Zuweid», e sostiene che sono stati colpiti due mezzi «dell’esercito apostata»: uno «di sminamento» e una «vettura blindata» che hanno preso fuoco. Gli occupanti secondo il comunicato «sono tutti morti». Nel Sinai settentrionale una guerriglia condotta dalla branca egiziana dello Stato islamico negli ultime tre anni ha causato centinaia di morti. Non sono disponibili dati attendibili, ma si sono verificati attacchi nei quali hanno perso la vita una trentina di militari.