L’esame degli emendamenti alle norme sul terremoto di Ischia del 2017, inserite nel decreto legge Urgenze, è stato accantonato ieri alla Camera in un clima di crescente tensione tra Lega e 5S. La discussione riprenderà lunedì, martedì il dl dovrebbe approdare in aula per il voto. Gli articoli dal 25 al 41 sull’isola campana stanno mettendo in imbarazzo i pentastellati. Il testo in discussione prevede in sostanza una sanatoria per gli abusi edilizi: si consente infatti ai tre comuni isolani, interessati dal sisma, di definire entro sei mesi le richieste di regolarizzazione pendenti utilizzando i criteri del condono del 1985, cioè quello con i vincoli meno stretti rispetto al condono successivo del 1994 o del 2003, che però in Campania non è stato applicato. Le case verrebbero non solo sanate ma anche ristrutturate o erette di nuovo con i fondi pubblici.

IL DL AVEVA PROVOCATO da subito molti mal di pancia nell’area ortodossa del Movimento, che già il primo ottobre aveva annunciato emendamenti alla norma. Ma il testo è arrivato senza modifiche alle Commissioni perché il vicepremier Luigi Di Maio ci ha messo la faccia andando a Ischia, lo scorso agosto, per promettere: «Siete stati trattati come terremotati di serie C. Avrete un governo amico». Una promessa che ha aperto il cuore agli elettori: a Ischia, infatti, pendono 28mila richieste di condono, nei soli comuni di Casamicciola e Lacco Ameno le pratiche sono oltre 6mila, una su due abitanti, mentre sono 600 gli ordini di abbattimento da parte della magistratura.

Il dl ha spaccato il Movimento ma è anche diventato un’arma in mano alla Lega. Mercoledì, infatti, «gli alleati» si sono presentati con un emendamento che chiedeva di analizzare le pratiche in base al condono del ’94, facendo così apparire i 5S come quelli di manica larga in fatto di regole. Per disinnescare la mina, i pentastellati hanno dovuto cedere sulla legittima difesa ma i rapporti sono rimasti tesissimi, vista soprattutto l’alta tensione sul dl Fisco. Matteo Salvini ieri ha affondato il colpo: «A me non piace questa storia della sanatoria edilizia a Ischia. Ho dato disposizione ai miei di opporsi. Per carità, c’è stato un terremoto, però poi non puoi rivedere la tua posizione su Equitalia».

È ALLARME ROSSO nel Movimento, che deve assolutamente portare a casa una correzione di rotta senza far perdere la faccia a Di Maio. Ieri il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha commentato: «Mi viene mal di stomaco a parlare di condono, fisicamente e culturalmente. All’estero non esiste il termine condono. Sono fiducioso che il dibattito parlamentare possa aiutare, voglio fare la goccia cinese». A turbare l’ala sinistra dei 5S è la ratio stessa dell’articolo 25 del dl: si teme infatti che la norma su Ischia possa creare un precedente, utilizzabile poi nel resto della Campania per future sanatorie grazie all’articolo 97 della Costituzione, secondo comma, quello cioè che prescrive il principio di imparzialità della pubblica amministrazione. Temono anche l’allontanarsi della possibilità di allearsi con i Verdi alle prossime elezioni europee.

Se gli emendamenti alla Camera non faranno segnare un’inversione di rotta, ci saranno ulteriori emendamenti 5S al Senato. Alcune modifiche, intanto, sono già passate: per ottenere i contributi per la ricostruzione, i cittadini dovranno fornire l’indicazione dell’impresa affidataria dei lavori con attestazione antimafia; un emendamento di Leu specifica che nessun contributo potrà essere concesso per gli immobili oggetto di ordine di demolizione del giudice penale.

DURO IL GIUDIZIO degli ambientalisti. «Se verranno applicate le disposizioni del condono del 1985 – commenta Legambiente – non varranno le norme in materia di tutela paesaggistica e idrogeologica, introdotte successivamente, e si azzereranno tutte le prescrizioni limitative introdotte con i due successivi condoni. Così si consentirà di sanare edifici posti in aree che hanno visto alternarsi crolli legati alle scosse sismiche a quelli dovuti alle frane per dissesto idrogeologico». E il Wwf: «Nell’isola, tra il 1946 ed il 2001, sono stati costruiti circa 10mila nuovi edifici. L’Istat indica ulteriori 500 edifici costruiti tra il 2001 ed il 2011».