L’articolo 25 del decreto Urgenze, quello dedicato al sisma che ha colpito Ischia ad agosto 2017, continua a marcare una profonda frattura tra i 5S e gli ambientalisti. Dopo settimane di polemiche, sono arrivate piccole correzioni da parte dei relatori di maggioranza. Ad esempio, le pratiche di condono dovranno essere evase entro sei mesi «previo rilascio del parere favorevole da parte dell’autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico». E ancora: «Il contributo alla ricostruzione non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume oggetto del condono». In attesa che il decreto venga votato la prossima settimana, il presidente di Legambiente Stefano Ciafani boccia il provvedimento.

Ciafani, si tratta di un condono mascherato?
È sicuramente un condono e non è il primo del governo gialloverde. Lo scorso luglio è stato convertito in legge il decreto sul sisma in centro Italia, in quel caso si sono allargate le maglie temporali consentendo di sanare persino le case costruite dopo l’ultimo condono del 2003 fino al 2016. Nel caso di Ischia, viene stabilito che le pratiche inevase verranno giudicate in base alle regole inserite nel condono del 1985 del governo Craxi, cioè quello più permissivo rispetto ai successivi del 1994 e 2003. Questo perché con i due successivi non sarebbe stato possibile sanare edifici costruiti in aree a rischio sismico e idrogeologico. Si dà il caso che Ischia rientri in entrambi i profili. Significa che con i soldi dei contribuenti si potranno riedificare abitazioni che, potenzialmente, mettono in pericolo la sicurezza di chi ci vivrà. Basta ricordare che l’alluvione del 2006 provocò sull’isola quattro morti, due i decessi per il sisma del 2017 in un’isola che Legambiente inserisce nelle cinque capitali italiane dell’abusivismo edilizio.

Il governo però dice di tutelare i diritti di chi è stato colpito da una calamità.
Si tratta di pericolosissimi precedenti. Siccome l’intera Italia è a rischio sismico e idrogeologico, la prossima zona che subirà un disastro del genere potrà invocare i due provvedimenti, che allargano le maglie temporali e i vincoli, per farsi sanare gli abusi. Mi pare grave per un Movimento che fino a ieri invocava nelle piazze «onestà, onestà». I condoni, edilizi o fiscali, sono uno schiaffo agli onesti. Ogni volta che in Italia si parla di condono edilizio partono le betoniere e aumentano gli edifici abusivi. L’unico modo per tutelare il territorio e, quindi, la salute pubblica è azionare le ruspe per gli abbattimenti. Oggi l’iniziativa tocca ai comuni che non li fanno perché i sindaci finiscono per perdere la maggioranza, subiscono minacce o non vengono rieletti. Ci vuole un cambio normativo: ci deve pensare lo stato attraverso i prefetti, in modo da sottrarre la materia al ricatto del consenso elettorale.

Dal governo arrivano solo segnali negativi?
I temi ambientali erano un pilastro fondante del M5S e la nomina del ministro Sergio Costa è stata per noi un’ottima notizia perché già da comandante della Forestale ha sempre combattuto ogni abuso, a cominciare dalla Terra dei Fuochi. Infatti è stata l’unica voce del governo che con onestà intellettuale e coraggio si è schierata pubblicamente contro i condoni in genere e quello su Ischia in particolare. Ma la sua posizione è rimasta isolata. Il vicepremier Luigi Di Maio non può utilizzarne il prestigio e poi ignorare le sue battaglie.

In che direzione va l’esecutivo sui temi ambientali?
Di Maio è andato in Europa a chiedere più coraggio sulle politiche energetiche e i cambiamenti climatici poi però in Italia fa l’opposto. Per esempio, da ministro dello Sviluppo economico, ha il potere di aumentare gli incentivi alle rinnovabili e all’efficientamento energetico tagliando i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili (nel 2016 sono stati 14 miliardi) ma finora non l’ha fatto. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, invece di chiudere i porti ai migranti, avrebbe potuto intervenire sugli scali di Gioia Tauro e Taranto: ad entrambi manca un chilometro l’uno per collegare il porto alla rete ferroviaria, senza qual chilometro i container finiscono su gomma aumentando inquinamento e insicurezza delle strade.