Due miti si sono intrecciati sulla scena dell’Argentina per Romaeuropa Festival: Isabelle Adjani e John Cassavetes. Lei che da Adele H. è diventata la Regina Margot (per Chereau), amore e sangue di ogni sofferenza di cuore e di potere; lui il regista che più di ogni altro ha saputo unire la ricerca avanzata con il grande spettacolo cinematografico, capace di suscitare brividi di Broadway e del botteghino per un nuovo linguaggio dello schermo. Il regista francese Cyril Test usa proprio lo schermo (anche lui…) per mettere a fuoco bagliori e sospiri (e bicchieri) di quella Opening night, proprio «la sera della prima» che sullo schermo si infiammava dei capelli biondi di Geena Davis. Qui l’attrice francese concentra in un tormento interiore più marcato la visione che dall’assistere a una ragazzina investita fuori del teatro (la nipote Adjani) le fa riemergere dubbi, incubi, e soprattutto amnesie che potrebbero essere fatali a quel debutto. Il rapporto tra un testo e la sua interprete, e i fantasmi e la sensibilità di questa, offrono alla protagonista una intera tavolozza di variazioni, forse insistita sullo schermo incombente in diretta sopra gli attori, che ne svela anche il dubbio di qualche ritocco. Ma che ancor di più ne prepara e accentua il trionfo finale, gran dama della scena come dello schermo.