Trait d’union tra la psichedelia doorsiana e l’heavy rock, gli Iron Butterfly, orginari di San Diego, si trasferiscono nella scena di Los Angeles assorbendone gli umori. Grazie alla voce manierata ma efficace e alle tastiere manzarekiane del leader Doug Ingle, i Butterfly danno vita, con il primo album Heavy (’68), a una musica lisergica dai tratti spesso drammatici e meditabondi sopra un tessuto hard rock. Il successivo In-A-Gadda-Da-Vida (sempre del ’68) possiede un songwiting più incisivo, percepibile soprattutto nell’abbacinante My Mirage e nell’efferata Are You Happy. Ma è la title-track, che occupa tutto il lato B, a proiettare la band verso la fama. Dal riff assassino e dalle poche indimenticabili strofe, In-A-Gadda-Da-Vida è una suite dove il concetto di reiterazione, esaltato da una formazione mai così sintonica, assume un aspetto ritualistico, sacrale e in qualche modo consolatorio, cogliendo appieno lo spirito del tempo.

UN TEMPO CARATTERIZZATO da un’utopia psichedelica in semiconsapevole declino. ma ancora viva nella mente degli ascoltatori, e da un generale passaggio verso l’hard rock. Grazie anche al singolo Ia-A-Gadda-Da-Vida, editato dal lungo brano omonimo, e quello tratto dal magnetico strumentale Iron Butterly Theme dell’lp precedente. l’album raggiunge presto il multiplo disco di platino e, sostando nelle chart per circa 2 anni, arriva a vendere più di 30 milioni di copie. Il seguente Ball (’69) continua l’immersione psichedelica accentuando, in generale, i tratti sperimentali, con risultati ragguardevoli, nonostante alcune tracce sembrino più che altro riempitivi. Con una line-up ormai ampiamente mutata, Metamorphosis (’70) vira non senza buoni o anche ottimi esiti verso la musica nera, anche se i 14 minuti di Butterfly Bleu non riescono certo a eguagliare i fasti di In-A-Gadda-Da-Vida. Nonostante la reunion che avranno luogo in anni successivi, l’lp conclude il periodo d’oro della band.

IL COFANETTO Unconscious Power, edito dalla Esoteric/Cherry Red, contiene in 7 cd i 4 album in studio qui trattati (di cui Heavy sia in versione mono che stereo), il classico Live del ’70 (anch’esso nelle versioni mono e stereo), l’ottimo doppio dal vivo Fillmore East 1968, nonché i singoli dell’epoca, oltre a un ricco libretto.