«Un regalo che ho voluto fare a me stessa, per i 25 anni nel mondo della musica», spiega Irene Grandi. Copertina rosa su cui si staglia uno scatto della cantante fiorentina, ecco Grandissimo (Cose da Grandi/dist. A1) un best of molto sui generis perché raccoglie sì il passato di Irene Grandi – riletto con un afflato decisamente rock – ma aggiunge molte collaborazioni e ben cinque novità. «È come un mosaico che continuamente si arricchisce e cambia qualche tassello, formando un ritratto di me adesso – spiega». Un album che mette un punto a capo, proprio perché non vuole essere giudicata un’artista declinata al passato ma in continua evoluzione. «È un disco che mi rappresenta, dove sperimento perché solo così ci si può mantenere vivi artisticamente». La testimonianza è un progetto discografico e di collaborazione con il duo Pasis, i fratelli Marco e Saverio Lanza, che sposa la videoarte con la canzone, uscito lo scorso settembre. «Grandissimo mette insieme vari aspetti della mia personalità artistica. Quella con i Pastis ha segnato proprio un evoluzione del mio stile, ha accentuato le mie curiosità”.

I passi dell’amore – firmata da Antonio Di Martino, è una canzone dove ritorna uno dei suoi temi prediletti: il viaggio: «L’ho immaginata come una ventata di primavera che porta il suo profumo tra le vie della città trafficata e alienante dove spesso si respira incertezza e riporta la fiducia nella vita che ci sorprende sempre». Assidua frequentatrice delle classifiche fra i novanta e i primi anni duemila, diversi Sanremi alle spalle, poi la decisione di staccarsi dalla discografia ufficiale, con inevitabili ripercussioni: «La battaglia – ride – non so se l’ho vinta io o loro. Certamente pago questa mia indipendenza rischiando ad ogni progetto – questo lavoro ad esempio è prodotto da me e dal mio management. Il percorso rischia di farsi più impervio, più lento e faticoso per certi versi ma decisamente più libero». Nel disco sei duetti, quattro con colleghe come Fiorella Mannoia, Levante, Carmen Consoli e «la regina» Loredana Bertè: «Quando mi ha chiamato a Sanremo per fare insieme Cosa ti aspetti da me ho accettato subito e la canzone è venuta senza problemi. Durante le prove all’Ariston mi ha confidato di amare un mio pezzo, La tua ragazza sempre. Così le ho proposto di duettare sul disco: non l’abbiamo potuto fare insieme per i suoi mille impegni, così le ho mandato i file con la mia voce già incisa e il produttore Saverio Lanza. L’ha incisa in due take…».

C’E’ UN SORPRENDENTE Sananda Maitreya un tempo Terence Trent D’Arby in un classico reso eterno dalla versione degli Stones: Time is on my side: «Ci siamo conosciuti a un concerto natalizio dieci anni fa, ho ritrovato una vecchia cartolina con il suo numero e l’ho contattato. E’ stato bellissimo: e poi il pezzo non potrebbe essere più adatto: perché il tempo non è dalla mia parte è un tempo vissuto che abbiamo alle spalle e che ci ha invece regalato un’esperienza, e un identità».

CON Stefano Bollani è stata protagonista anni fa di un tour – e un disco – pianoforte e voce su classici (e non solo) della musica italiana. Ora tornano con un pezzo di Piero Piccioni su testo di Alberto Sordi, reso immortale da Mina: Amore, amore, amore amore: «Tra i miei progetti paralleli, anni fa con Rita Marcotulli avevo lavorato su brani di grandi compositori come Rota Trovajoli e appunto Piccioni, poi purtroppo non è andato oltre qualche data. Con Stefano abbiamo pensato che fosse giusto riproporre questo pezzo, abbiamo scelto la tonalità per evitare che mi sforzassi troppo in alto e poi in basso – sono brani abbastanza complessi – e poi è venuta. Credo anche bene». Grandissimo è anche un tour: «Si parte il 22 giugno da una località bellissima: il parco dei Suoni di Riola Sardo per chiudersi a metà settembre a Firenze».