Gli ayatollah fanno dietrofront sull’estensione dei poteri sanzionatori dei paramilitari in Iran. Il consiglio dei Guardiani, che può respingere le leggi approvate dal parlamento, ha bocciato ieri la norma, votata in autunno dal Majlis, che, recependo principi di dottrina (Amr be marouf wa nahi ani monkar – Propagare la virtù e prevenire il male), aveva esteso di fatto i diritti sanzionatori a tutti i cittadini contro chi non avesse rispettato i costumi della Repubblica islamica. La norma controversa, abrogata perché incostituzionale, sarebbe stata all’origine di una serie di attacchi a Isfahan, lo scorso novembre, con il lancio di acido contro alcune donne, colpevoli di non essere «velate bene», per mano di presunti affiliati di gruppi paramilitari. Dal giorno dei gravi episodi di Isfahan, si era aperto in Iran un acceso dibattito sulla relazione tra le molestie e la legge. Non solo, si sono svolte numerose manifestazioni, anche a Tehran, a sostegno delle donne ferite negli attacchi. I metodi usati in quel caso specifico (gli assalitori erano a bordo di motocicli e avevano come obiettivo colpire «donne velate male») avevano fatto pensare a uno dei tanti gruppi paramilitari, presenti in Iran. Sono centinaia i nomi dei gruppi, i cui affiliati circolano in abiti borghesi, spesso volontari, ma che in altri casi percepiscono stipendi mensili, indirettamente legati alle forze di sicurezza e attivi soprattutto nelle università, nelle opere caritatevoli, ma in altri casi pronti, nei momenti caotici, a contenere le contestazioni.

Un piccolo successo per Rohani quindi che aveva duramente criticato la legittimità della legge e ne aveva chiesto l’abrogazione. Il presidente iraniano, evidentemente bloccato nelle possibilità di svolgere le promesse riforme dai complicati meccanismi delle istituzioni post-rivoluzionarie, ha suggerito, nel corso di una conferenza sullo stato dell’economia iraniana all’Università di Tehran, di indire alcuni referendum su questioni centrali per le politiche neo-liberali, appoggiate dai tecnocrati, tra cui il taglio dei sussidi. Nei giorni scorsi, il raddoppio dei prezzi di vegetali e pomodori ha provocato un’ondata di critiche dei media ultra-conservatori, incluso il giornale vicino all’ex presidente Mahmud Ahmadinejad,Vatan-e Emrooz. Il giornale ha definito l’aumento dei prezzi come direttamente legato all’incapacità nella gestione finanziaria del presidente Rohani, chiedendo interventi urgenti della presidenza della Repubblica.