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Io fuori linea? E’ il Pd che talvolta non è in linea con se stesso

Io fuori linea? E’ il Pd che talvolta non è in linea con se stessoPippo Civati, deputato Pd contrario al governo Letta e candidato al congresso Pd

Democrack Parla Pippo Civati, candidato alla segreteria del Pd. «Vado in piazza con Rodotà e Landini. Per noi è più strano questo o il fatto che stiamo al governo con Berlusconi?»

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 8 ottobre 2013

Pippo Civati, Rosy Bindi dice che un candidato alla segreteria del Pd non può non votare la fiducia al governo Letta. Perché non l’ha votata?

Perché ho sempre detto che la discussione sul destino del Pd e del paese deve essere l’oggetto del confronto con i nostri iscritti e elettori al congresso. Mercoledì sono arrivato in aula con lo stesso interrogativo di sempre: con quale prospettiva andiamo avanti? Non è giusto chiedere la fiducia non solo sul governo ma anche su una nuova maggioranza politica senza averne discusso in profondità. Per questo ho confermato la linea che ho tenuto ad aprile. Dopo il congresso ci sarà una line a cui conformarsi. Ora c’è una situazione di emergenza che ogni giorno cambia nome. Dicono che sono sempre fuori linea: non è vero.

Lei è in linea con il Pd?

È il Pd che talvolta non è in linea con se stesso. Per esempio avevo firmato la mozione Giachetti sul mattarellum, poi il governo ci ha chiesto di ritirarla e io disciplinatamente ho votato contro. Ora vedo che il Pd ha cambiato idea.Chissà che presto non cambi idea anche sul resto.

Cosa pensa della «nuova maggioranza» di Letta?

Vedo che sono tutti entusiasti: scompaginamento della destra, Alfano è l’interlocutore, con un ritorno di Formigoni in grande stile e Cicchitto come mediatore. E siamo tutti contenti di aver migliorato la destra. E il centrosinistra? Il giorno prima eravamo a favore del voto a marzo perché con questa maggioranza non si potevano fare grandi cose. Il giorno dopo abbiamo detto che bisognava tenere in piedi il governo con i voti che c’erano. Ora far diventare questa nuova maggioranza persino un progetto politico mi sembra un po’ impegnativo, per usare un eufemismo. Per questo non ho partecipato al voto. Fra l’altro è stata una scelta che non ho enfatizzato. Ora la stanno enfatizzando gli altri. È curioso.

Lei il 12 sarà in piazza con Landini, Rodotà e Ciotti per l’attuazione della Costituzione. Il Pd non aderisce. Va in piazza contro la linea del Pd?

Contro? È vietato andare alle manifestazioni? Mi hanno accusato di essere andato al corteo della Fiom negli stessi giorni in cui abbiamo fatto il governo con Berlusconi. Cos’è più strano per noi, stare vicino alla Fiom o a Berlusconi? Abbiamo un segretario sindacalista che non capiva perché volessi andare in piazza ma capiva perché bisognava fare quel governo. Io il 12 vado in piazza perché con Rodotà, Landini e don Ciotti ho rapporti politici veri. Non tiro loro la giacca, ma il Pd non può non confrontarsi con Zagrebelsky sui diritti fondamentali dei cittadini, o con Landini sulle battaglie sulla rappresentanza. I sostenitori di Cuperlo, che sostengono anche Letta, usano uno sloga: costituzionalizziamo la destra. Io invece vorrei costituzionalizzare l’Italia.

Chi ha promosso la manifestazione non è d’accordo con il percorso delle riforme attraverso la deroga all’art.138.

Anch’io sono scettico. Con il 138 potevamo tranquillamente cancellare il bicameralismo perfetto. Dicono che ora le riforme si possono fare perché non c’è più Berlusconi. Ma ci sono tutti i suoi. Per una nuova fase politica ci vogliono le elezioni.

Questo riguarda anche l’Imu e la Bossi-Fini?

Ci sarà ancora un periodo di mediazione finché non si risolve il conflitto dentro il Pdl. Nel frattempo facciamo cose che in campagna elettorale abbiamo giurato di non fare. La domanda a Bindi e a chi mi critica è: il mio comportamento non va bene. Invece quello del Pd va bene sempre?

È rimasto l’ultimo giapponese contrario al governo? Renzi dice che lo sosterrà con convinzione.

Vedo che Letta e Renzi sono diventati fratelli germani. Ècoerente: hanno le stesse posizioni politiche e culturali. Mi sorprende che Renzi, che voleva votare, ora voglia aspettare. Io invece continuo a pensare che dopo la legge di stabilità e la legge elettorale, che però dovremmo cominciare a fare, saremo liberi di discutere quando si deve andare a votare. Senza prefigurare da ora che sia il 2015 o il 2016. La destra è finita? Allora facciamo le elezioni, ché le vinciamo.

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