Invisibile, un aggettivo per il mondo, è Ely una ragazzina di diciassette anni, madre depressa, scuola che non le interessa, molto sola se non per l’amica e compagna di classe con la quale condivide le ansie di ogni giorno e le fughe nella notte. Per guadagnare qualche soldo Ely lavora nel negozio per animali di un veterinario, sono padre e figlio, il giovane ha una storia con lei ma è, naturalmente sposato, e a Ely altro non può capitare che rimanere incinta. Non lo vuole un figlio ma in Argentina l’aborto non è legale, bisogna ricorrere alle pillole del giorno dopo, con l’amica studiano le cose in rete, c’è un mercato nero, lui però appena lo sa la porta in una clinica, pagherà tutto, ci vogliono solo due ore e le cose andranno a posto.

Pablo Giorgelli, il regista di Invisibile (Orizzonti) è lo stesso regista di Las Acacias, qualche anno fa aveva vinto la Semaine de la critique a Cannes, era stata una bella scoperta quel suo cinema capace di entrare nelle linee della vita, di coglierne le casualità, gli azzardi, le epifanie e di tradurne la sostanza nella materia della sua narrazione. Di quel film in questo rimane la messinscena di un paesaggio sfuggente, che è quello attraversato dalla sua giovane protagonista, corpo sempre in campo al di fuori del quale non accade nulla. Una scelta di messinscena forte, che esclude qualsiasi mediazione sul punto di vista che non sia, appunto, quello della ragazza.

Mi hanno sempre colpito le persone sole o i momenti di vulnerabilità in cui ci si sente indifesi ma si devono superare dolore e tristezza» scrive il regista nel dossier stampa che accompagna il film. Senza fare spoiler – anche perché come moltissimi altri film sul Lido sarà difficile che Invisibile esca nelle nostre sale – non è difficile prevedere come andrà a finire.

È che alla fine il regista è un uomo che racconta una ragazzina, una donna, e questa ragazzina che spia la sua pancia e le tette per vedere se crescono per sentirsi meno invisibile non ha che la realizzazione della donna: essere madre, sentirsi importante perché avrà qualcosa o qualcuno di occuparsi e che la considera. Il resto segue, altre vie di scampo se non questa celebrazione del suo essere donna non vi sono. Che poi la madre pur essendo tale stia a pezzi è un dettaglio.