Quando arriva mezzogiorno, termine ultimo per iscriversi al nuovo M5S e presentare la propria candidatura alle «parlamentarie», il sistema pare ingolfato. Gli utenti provano ad accedere, ma il portale Rousseau si blocca. Dal M5S fanno sapere «il termine per presentare la propria autocandidatura è prorogato fino alle 17 per poter garantire la più ampia partecipazione». I commenti online descrivono un sistema in tilt. I responsabili della piattaforma grillina negano e rivendicano il successo di pubblico: «Tantissime persone stanno partecipando a questa prova di democrazia, c’è stato un picco di accessi che ha causato rallentamenti al sito».
Era già successo tre mesi fa, quando si era trattato di eleggere Luigi Di Maio al vertice dei 5 Stelle. Anche allora si disse che tutto era dovuto alle code virtuali davanti al seggio digitale e pure in quell’occasione ci fu una proroga. Ma alla fine a votare erano stati appena un quarto degli aventi diritto.

MENTRE I TECNICI che affiancano Davide Casaleggio cercano di metterci una pezza, Di Maio si trova a Udine. Il suo tour elettorale prevede un incontro con la sezione regionale di Confartigianato. Di Maio assicura: la prossima sarà «la legislatura della svolta». «Faremo appello a tutte le forze politiche affinché convergano su alcune priorità, tra queste le piccole e medie imprese». Di Maio è convinto che riuscirà a formare una maggioranza per il suo governo. «Non voglio restare nell’angolo – aggiunge – so benissimo che le nostre istanze possono trovare ampio consenso». Ma davvero gli odiati partiti della «casta» appoggerebbero il progetto dei grillini? Per il vicepresidente della camera ciò accadrà se le forze politiche verranno «pungolate adeguatamente».

Di certo, gran parte dei parlamentari uscenti hanno accolto l’appello lanciato dal candidato premier nei giorni scorsi e hanno deciso di ricandidarsi. Alcuni lo annunciano via Facebook, altri lo fanno intuire nelle chat. Ci saranno tutti i membri del disciolto direttorio, eccetto Di Battista, che però ha confermato che girerà l’Italia in camper per la campagna elettorale. Ancora nessuna conferma, invece, da Fico. Circolano alcuni volti degli «indipendenti», i personaggi proiettati dai vertici nell’agone dei collegi uninominali. Non ci sono i nomi clamorosi, che Di Maio vorrebbe tenere coperti in vista della formazione dell’esecutivo. Dovrebbe esserci il giornalista Gianluigi Paragone, ex leghista e conduttore dello show La Gabbia che negli scorsi anni ha dato grande spazio alle argomentazioni grilline e ha fatto da presentatore all’ultima convention nazionale, quella di Rimini. Nel pomeriggio diffonde un messaggio che pare una conferma della sua candidatura: «Se son rose fioriranno. Se son stelle brilleranno». Si fa anche il nome della Iena Dino Giarrusso. Lui smentisce a metà: «Non ne so nulla, ma se me lo proponessero ci penserei». Sibillino Elio Lannutti, dell’associazione di consumatori Adusbef: «Non so se farò in tempo a presentare la mia candidatura». Forse ci sarà anche l’ex direttore di SkyTg Emilio Carelli. I pretendenti al seggio saranno resi noti tra un paio di settimane, mentre le consultazioni (per il listino proporzionale, all’uninominale ci pensano i vertici) dovrebbero tenersi a fine mese.

NON SARÀ DELLA PARTITA Riccardo Nuti, deputato palermitano sospeso per il caso firme false. Con ogni probabilità, Nuti sarebbe stato bloccato dal filtro dell’«ultima parola» sulla composizione delle liste in dote a Di Maio e Grillo. Ora si scopre dissidente: «Il partito delle Stelle – afferma – non è il Movimento 5 Stelle». Qualcuno conta di infilarsi in mezzo alla migrazione tra la vecchia e la nuova veste legale del movimento. Marika Cassimatis, vincitrice delle primarie genovesi che furono annullate da Grillo, oggi è supportata dal solito avvocato Lorenzo Borrè. E sostiene addirittura che il groviglio di cavilli che ha condotto ai nuovi regolamenti permetterebbe di rivendicare il prezioso brand a 5 Stelle. «Chi ha seguito Di Maio in quello che è diventato un vero e proprio partito ha lasciato la vecchia associazione – spiega Cassimatis – Noi ce la teniamo, con i principi originari del Movimento. Migliaia di attivisti non aspettano altro».