La notte del 13 maggio è stata data alle fiamme una Dacia Duster della sua famiglia. Un fulmine a ciel sereno per Donato Metallo, il sindaco 32enne di Racale (Le), membro della segreteria regionale del Pd, ma eletto nel 2012 con una lista civica e noto soprattutto per le sue scelte coraggiose sulla coltivazione della marijuana per uso terapeutico. L’atto intimidatorio ha stupito la piccola comunità (meno di 11.000 abitanti), di questo tranquillo paese del basso Salento. Quella notte, davanti all’abitazione del primo cittadino (che vive con i genitori), erano parcheggiate le tre auto di famiglia. Il fuoco ha in realtà divorato la vettura della madre, dirigente del settore servizi sociali e attività produttive del vicino Comune di Gallipoli. Soltanto il rapido intervento dei vigili del fuoco ha evitato che le fiamme si propagassero alle altre due. «Non abbiamo mai ricevuto alcun tipo di avvertimenti o minacce. Difficile ricollegare l’episodio a qualcosa in particolare», ammette il giovane sindaco. Fatto sta che si è trattato di un incendio doloso: i carabinieri hanno rinvenuto sul posto una bottiglietta con residui di liquido infiammabile. Per individuare la matrice dell’attentato, gli inquirenti stanno vagliando la recente azione amministrativa del primo cittadino, per capire se possa aver dato fastidio a qualcuno. «Abbiamo appena proposto una revisione integrativa del Piano urbanistico generale, di solito l’argomento più delicato per ogni amministrazione», ammette lo stesso Metallo. Alla base del provvedimento, «il consumo di suolo pari quasi a zero e un bioregolamento edilizio, con efficientamento energetico degli edifici e riqualifica del patrimonio esistente, con una leggera espansione sulla base dell’aumento demografico».

Ma è sulla cannabis che Racale ha assunto scelte finora inedite per l’Italia intera. Lo scorso gennaio, nella sala consiliare del Comune, due giovani malati di sclerosi multipla hanno dato vita all’associazione “LapianTiamo”, che promuove la coltivazione della marijuana ad uso terapeutico. «La mia amministrazione l’ha accompagnata ai vari tavoli tecnici della Regione», rivela Metallo. «Ci interessa il diritto alla cura, non la battaglia per la legalizzazione. Se mi serve il cortisone, vado in farmacia, non dagli spacciatori. Allo stesso modo chiediamo pari diritti anche per i malati che vogliono ottenere legalmente la cannabis». Attualmente devono comprarla sul mercato nero o utilizzare il Bedrocan, un farmaco a base di infiorescenze di cannabis che allevia i forti dolori e distende i muscoli irrigiditi fino allo spasmo da questa patologia, per la quale non esiste cura. La confezione da 5 grammi costa 50 euro, poiché va importata dall’Olanda. Per tre mesi di terapia (18 flaconi), servono quindi circa 900 euro. Fortunatamente, grazie a una legge regionale firmata nel 2010 dal governatore Nichi Vendola, in Puglia può essere prescritto a carico del servizio sanitario nazionale.

Per sostenere la battaglia di Racale, l’ex segretario pugliese del Pd, Sergio Blasi, ha depositato in Regione una proposta di legge finalizzata ad «avviare azioni sperimentali con lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati», realizzando un canapeto con l’obiettivo di «ridurre il costo dei medicinali cannabinoidi importati dall’estero», producendoli direttamente in Italia. Già approvato nelle commissioni competenti, il provvedimento è ora in consiglio regionale. «Dovesse passare e laddove non venisse impugnato dallo Stato – spiega ancora il sindaco – ci permetterebbe di procedere alla sperimentazione della coltivazione di cannabis ad uso terapeutico, attraverso una società che dovrebbe coinvolgere questa associazione, il mio Comune, la Regione Puglia, l’università del Salento e la Asl di Lecce». L’amministrazione cittadina, ipotizza Metallo, «potrebbe donare i terreni nel quale costruire un capannone per fare produzione indoor di marijuana». Da “LapianTiamo” confermano l’obiettivo finale: «Vogliamo sostituirci al Bedrocan olandese, abbiamo tutte le credenziali scientifiche per farlo e abbiamo quantificato un costo di produzione inferiore ai 90 centesimi di euro al grammo». Un’iniziativa senza precedenti nel nostro Paese, che potrebbe di conseguenza aver dato fastidio sia alla criminalità organizzata della zona, sia a chi importa e vende il farmaco in questione facendo affari d’oro. «Fosse così sono problemi loro. È l’ultima mia preoccupazione visti gli ampi consensi raccolti. Con la politica bisogna cercare di cambiare le cose, non solo amministrare la quotidianità della cosa pubblica».

Il 24 maggio, l’associazione “LapianTiamo”, di cui è presidente onoraria Rita Bernardini dei Radicali, ha organizzato a Lecce una conferenza sull’uso terapeutico dei cannabinoidi. José Mujica, presidente dell’Uruguay, primo Paese al mondo ad aver portato sotto l’autorità dello Stato l’intera catena di produzione della cannabis, ha inviato un videomessaggio a supporto dell’iniziativa.