E’ destino delle grandi opere quello di dividere il pubblico e la critica, di essere amate o odiate poiché, come l’amante della poesia di Catullo, suscitano sentimenti controversi e inafferrabili che sfociano drammaticamente nella passione e nel rifiuto.  Se si leggono le recensioni di Beyond sui siti specializzati si trovano voti che vanno dalla grave insufficienza all’eccellenza. Una cosa è certa, Beyond di David Cage va premiato per il coraggio con cui è realizzato, per come sfugge ai luoghi comuni di un modo di pensare i videogiochi che va dal becero machismo ad un’accademica noia, per essere prima di tutto un’esperienza nuova e emozionante. Abbiamo incontrato a Roma David Cage, lo scrittore e il regista di Beyond Due Anime.

Come ti senti adesso che il lungo viaggio di Beyond è finito, è soddisfatto dei risulatati ottenuti?

Mi sento sollevato perché durante gli anni che sono occorsi per sviluppare Beyond spesso ho avuto paura di non farcela. E’ stata una vera sfida per noi. Abbiamo puntato così in alto che talvolta temevamo di non riuscire ad arrivare alla fine e realizzare il nostro obiettivo. Sono impaziente di ascoltare i pareri delle persone che giocheranno a Beyond e sono orgoglioso di quello che siamo riusciti a realizzare. Ciò non significa che ritenga perfetto il nostro gioco ma siamo riusciti a fare ciò che ci eravamo proposti. Non sono solo fiero del lavoro della mia squadra ma anche di ciò che Ellen Page e Willem Dafoe hanno fatto, perché la loro interpretazione è meravigliosa e ha davvero contribuito a rendere Beyond ancora più valido.

In Heavy Rain c’erano momenti e scene che ricordavano il cinema di Hitchcock, di Lang, di Preminger e di Fincher. C’è qualche regista che ti ha ispirato per Beyond?

Penso che ci siano meno suggestioni dal cinema di altri registi in Beyond che in Heavy Rain o in Farenheit. E’ un’opera che considero più personale e originale. Sono certo che la gente vi vedrà tributi e riferimenti a quel film o a quel regista e va bene, perché qualche volta lo faccio intenzionalmente e qualche volta non ne sono neanche consapevole, ma ritengo che Beyond sia soprattutto un’opera personale.

Hai letto il racconto From Beyond di Lovecraft?

Mi piacciono molto alcuni film horror degli anni settanta e ottanta e ho visto il film di Stuart Gordon ispirato a From Beyond. Ma non credo che ci sia nessun legame diretto con il videogioco. Mi ricordo un film che ho molto apprezzato intitolato Entity,di Sidney Furie, è strano e spaventoso ma tratta di una storia che si presuppone sia davvero accaduta. Inoltre sono un appassionato dei film di John Carpenter, tuttavia Beyond non è assolutamente un horror e la considero un’opera ancorata alla realtà. Ci sono solo due scene nel gioco che possono rimandare al genere horror ma tutto il resto ha un registro completamente diverso. Ciò che amo di Beyond è proprio il fatto che ogni scena abbia il suo tono diverso e tutte insieme raccontino la vita di Jodie Holmes.

Pensi che sia possibile fare ridere le persone con un videogioco?

Abbiamo realizzato un corto intitolato The Dark Sorcerer e mi sono davvero divertito durante il suo sviluppo. Dopo questa esperienza sono convinto che possiamo creare una commedia, dipende solo dalla scrittura e dal linguaggio.

E i giochi per bambini, realizzarne uno con la profondità di Beyond?

Sono assolutamente convinto che si possano creare videogiochi per ogni persona e per ogni età. Si può creare una storia d’amore, una soap-opera, un musical o un thriller e anche qualcosa per i bambini. Ciò che conta è volerlo realizzare, farlo, perché tutto è pronto, dalla tecnologia alla teoria.

La situazione dell’industria europea dei videogiochi?

L’Europa sta soffrendo, adesso. Per quello che riguarda i videogiochi la situazione è migliore in Francia ma molti studi che sviluppano videogame  sono scomparsi o stanno lottando per la sopravvivenza. Poi c’è il problema dei tanti talenti che lasciano l’Europa e questo mi preoccupa molto. Ad esempio noi di Quantic Dream siamo costretti ad assumere molti americani o giapponesi e farli venire in Francia perché i francesi partono per il Canada o gli Stati Uniti. E’ una situazione inquietante e frustrante e vorrei vedere l’Europa reagire, fare qualcosa perché, almeno nel mondo dei videogiochi, stiamo perdendo alcune delle nostre menti migliori.

Ci sono cose di Beyond che ricordano L’Incendiaria di Stephen King.

Si c’è una scena che è un tributo a questo romanzo. Amo molto i primi romanzi di Stephen King.

Quali sono i videogiochi che ama di più?

Ci sono molti giochi che ho apprezzato e  sono soprattutto produzioni indipendenti. Tuttavia, e questo non è assolutamente un gioco indie, apprezzo tantissimo la serie di Tekken. Sono un vero fan di Tekken. Continuo a giocarci, anche con i mie figli!

Ma gioco e amo soprattutto opere indipendenti come Brothers, Gone Home, Unfinished Swan. Amo la creatività dei giochi indie. Penso siano il futuro.