Nelle giornate più terse da Ancona si possono scorgere la costa e persino i monti di Zara, ed è nel capoluogo marchigiano, naturale baricentro della Macroregione adriatico jonica delle sempre infinite e inespresse possibilità, che nasce dentro Corto Dorico il premio Adriatic Awards sezione del concorso dedicata nel 2022 ai corti di Albania e Kosovo, a poche ore dal Vertice dei leader Ue-Balcani occidentali a Tirana da dove sono arrivate cartoline anomale di Edi Rama e Giorgia Meloni; l’iniziativa è organizzata all’interno della Rete dei Festival Adriatici che comprende Corto Dorico, Molisecinema, Sudestival e Sulmona International Film Festival.
I direttori artistici delle quattro manifestazioni, Luca Caprara, Christian Ferrao, Michele Suma e Carlo Liberatore hanno partecipato all’incontro di presentazione dei migliori cortometraggi del Tirana International Film Festival, alla presenza del suo direttore artistico Agron Domi, e hanno assegnato il riconoscimento adriatico a The News di Lorin Terezi.
Il corto del regista di Tirana parte come thriller mistery movie, col rinvenimento di corpo morto in stagione rigida, in un clima freddo e mesto da Fargo balcanico, poi vira sullo humor nero e la tragi-commedia sociale con al centro la frenesia mediatica della gente del paese all’arrivo delle telecamere. Esasperazione della tv del dolore e ricerca del macabro portano, nota parabola, a perdere di vista fatti e decenza, con aspiranti persone informate dei fatti che fanno della ribalta giornalistica confessionali di Grande Fratello. I movimenti delle macchine da presa, le angolature sono televisivi. La giornalista inviata viene riconosciuta nel villaggio – e probabilmente ha trovato lavoro – grazie ai suoi trascorsi di partecipante di reality. In poco più di venti minuti Terenzi riesce a intessere un racconto complesso, completo e visivamente convincente, caratteristiche che accomunano i lavori visti all’Adriatic Awards.

COSÌ anche le due opere in gara firmate da Samir Karahoda, Pa Vende/Displaced, già presentato a Cannes, e In Between dove l’approccio documentario e una materia non lieve sono rappresentati con immagini impeccabili e simmetrie quasi da Wes Anderson: si parla di famiglie, cantieri, case familiari da costruire e abbandonare (In Between) e di sport (Pa Vende) in un Kosovo post bellico dove due giocatori di ping pong vagano da una location all’altra con l’unica certezza del loro tavolo di gioco, pieghevole e portatile come un tablet, zattera cui aggrapparsi. Un film dedicato, spiega il regista, alla quieta perseveranza degli atleti che cercano spazio e danno al loro Paese e allo Stato più di quanto essi diano loro. Palleggiati, viene da dire, come quelle palline da ping pong da una parte all’altra in una bilateralità che richiama quella delle relazioni tra Albania e Kosovo.
Mancanza di spazio definito è tema anche dei densissimi 15 minuti di The Van diretto da Erenik Beqiri, regista che all’Accademia di Tirana si è diplomato con una tesi su Jim Uhls, sceneggiatore di Fight Club, cui questo lavoro è un chiaro tributo formale, pur veicolando, è il caso di dirlo, dentro un bus la lotta per la fuga del giovane eroe, che come Enea vorrebbe emigrare portandosi dietro suo padre ma che invece, come altre figure tragiche antiche, è costretto a misurarsi con lui in un combattimento fatale.

LACERAZIONI generazionali anche in Red Day di Besim Ugzmajli, dove si oppongono madre attrice e figlia muta, l’una rossa e arsa di vita, l’altra bianca virginale, ognuno ferita a modo suo. Il dramma è lenito dalla dichiarata finzione del racconto: il ciak in campo a inizio del corto colloca dentro una rappresentazione la vicenda quasi onirica del provino a teatro della ragazza sacrificale e della sua mamma magnetica. Ha chiuso la serata di premiazione la performance del fisarmonicista albanese Bardh Jakova in un concerto organizzato in collaborazione col Festival Adriatico Mediterraneo diretto dal chitarrista Giovanni Seneca.