«…la Boldrini è un cancro in un paese democratico». Si chiudeva così un messaggio su Twitter rilanciato dal profilo ufficiale dell’Autorità portuale di Venezia, rimasto online fino a ieri mattina. Cioè fin quando Beppe Caccia dell’associazione «Venezia in Comune» non ha pubblicamente denunciato la vicenda.

Il presidente dell’Autorità portuale, Tino Musolino, alla fine è intervenuto per cancellare il post «molesto» ma non senza una nota seccata su «chi vuole fare polemica a tutti i costi», riferita a Caccia e non al vergognoso post contro la terza carica istituzionale dello Stato comparso su un account del tutto istituzionale, visto che l’autorità portuale è una diretta emanazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’insulto rivolto a Laura Boldrini «davvero ripugnante – considera Caccia – non solo per i toni machisti tipici dei troll grillini ma anche per la terminologia oncologica utilizzata nel linguaggio politico che segnala il livello infimo al quale è arrivata la comunicazione politica in questo paese» – si inseriva in una insolita ridda di commenti sulla defenestrazione alla Camera del deputato M5S Alessandro Di Battista durante il dibattito in aula sui vitalizi. E fino a quel momento dal profilo social del porto di Venezia non era partita mai nessuna «discussione» politica, dice Caccia che monitora spesso il portale.

La vicenda ha assunto un carattere più allarmante per la difesa del presidente del porto, che ha parlato di un «hackeraggio» della pagina ufficiale. E qui, nel dialetto della laguna si dice el tacon peso del buso, «la toppa peggiore del buco», visto che se il sistema informatico di Port of Venice è penetrabile ai cyberattacchi, il problema diventa delicato: gestisce tutto il traffico delle Grandi Navi nella «cristalleria» di Venezia e il via-vai di petroliere, cargo e navi piene di sostanze chimiche di Marghera.

Per capire se si è trattato di una stupidaggine di qualche addetto grillino all’ufficio stampa oppure di un problema più serio, il deputato di Sinistra Italiana Giulio Marcon ha presentato ieri una interrogazione parlamentare e una denuncia alla polizia postale.