Marco Dianda ha 33 anni, è di Lucca, una laurea in Scienze del servizio sociale in tasca e da quattro anni è educatore presso il nido d’infanzia di Altopascio. Lunedì ha deciso di scrivere un post sul suo profilo facebook per denunciare l’insulto omofobo che un genitore di uno dei suoi bambini ha pronunciato contro di lui: «È un bravo educatore ma è finocchio». Il post è diventato subito virale lasciando lo stesso Marco incredulo dell’eco ricevuta. Gli abbiamo chiesto di spiegarci le conseguenze che la sua denuncia pubblica stanno provocando.
«Sto vivendo molto bene la valanga, inaspettata, di affetto che mi sta arrivando sui social ma sento anche una pesante responsabilità per tutta la comunità Lgbtqi. Questa vicenda parla di una professione che lavora con i bambini molto piccoli (0-3 anni) ed è per questo che è emerso, neanche troppo sottotraccia, il peggior pregiudizio omofobico: gay uguale pedofilo. Come se l’orientamento sessuale cambiasse l’approccio con i bambini e le bambine, assurdo! Ho fatto quel post proprio perché ritenevo fosse necessario segnare un limite: non è più possibile vivere di questi pregiudizi».

La sua è una professione che viene alla ribalta troppe volte per fatti di cronaca, come in questo caso, mentre non si affrontano mai gli aspetti pedagogici ed educativi del vostro lavoro.

Purtroppo c’è ancora un deficit culturale verso gli educatori della prima infanzia visti, molte volte, come un sostituto temporale della figura genitoriale. Il nostro lavoro invece è proprio quello di attivare altri processi nei bambini come conquistare autonomia o fargli sviluppare la socialità con i coetanei. Il nostro settore, inoltre, risente della mancanza di una legislazione quadro nazionale e noi, il più delle volte, siamo sottopagati e precari.

Ha ricevuto molti attestati di solidarietà, dall’associazione Mille (che ha annunciato di offrirgli la tessera onoraria annuale) al suo sindacato, la Cgil, fino ai candidati alla presidenza della regione Toscana, Eugenio Giani (Pd) e Susanna Ceccardi (Lega). Come sta vivendo questa attenzione ne suoi confronti?

Mi ha fatto piacere ricevere una telefonata da Eugenio Giani mentre sono rimasto un po’ interdetto dal post di solidarietà di Susanna Ceccardi: lei da sindaca di Cecina aveva vietato il registro per le unioni civili. Mentre lei mi esprimeva solidarietà il suo leader, Matteo Salvini, chiedeva una legge contro l’eterofobia. Mi sembra un «bispensiero» in casa leghista. Se Susanna Ceccardi è diventata gay friendly potrebbe invitare il suo partito a votare la legge contro l’omofobia. Io probabilmente, per tutelare il bambino, non avrei sporto denuncia verso quel padre ma ritengo assolutamente urgente questa legge.