Le scuole sono ferme in Polonia dalla giornata di lunedì. È un aprile insolitamente caldo per il personale docente dopo il fallimento delle trattative sull’aumento dello stipendio degli insegnanti statali dall’asilo alle superiori.

Secondo i dati raccolti dagli istituti scolastici in agitazione e trasmessi alle autorità locali soltanto un docente su cinque non ha aderito alla protesta cominciata questa settimana. L’intransigenza dimostrata negli ultimi mesi dalla ministra dell’Istruzione polacca Anna Zalewska, espressione della maggioranza della destra populista di Diritto e giustizia (PiS) non ha pagato. Un atteggiamento che evidentemente non è andato giù neanche alla dirigenza del partito che aveva deciso in extremis di affidare le trattative con le sigle sindacali all’ex premier Beata Szydlo. Concertazioni che si sono concluse domenica con un nulla di fatto.

Il Sindacato degli insegnanti polacchi (Znp) continua a chiedere in vano un aumento del 30% dei salari per i docenti da spalmare su 2 tranche. Szydlo aveva messo sul piatto una crescita della busta paga più contenuta da attuare con una serie di scatti fino al 2023. Ma a far arenare le trattative è stata la proposta da parte del governo di portare il pensum (tempo destinato allo svolgimento delle attività didattiche) dalle 18 alle 24 ore settimanali mandando su tutte le furie lo Znp e gli altri docenti rappresentati invece dal ben più noto Solidarnosc che si attesta da diversi anni su posizioni filo-PiS.

Intanto lo svolgimento degli esami del cosiddetto gimnazjum in programma a partire da oggi a conclusione dell’ultimo anno dell’istruzione secondaria (dai 13 a 16 anni) è a forte rischio. Con un’adesione all’80-90% i dirigenti scolastici stanno facendo i salti mortali per mettere in piedi le commissioni di esame andando a pescare tra tutti i cittadini con un titolo di studio in pedagogia. «Se ci saranno scuole che avranno a disposizione degli esaminatori allora ci saranno anche gli esami. Niente mi autorizza a sospendere la protesta. Gli eventi degli ultimi giorni e la fazione più radicale tra gli insegnanti sono una motivazione per mantenere la linea dura ad oltranza», ha spiegato il presidente dello Znp Slawomir Broniarz in carica dal 1998 .

Ieri Broniarz ha chiesto al PiS di individuare in modo urgente un altro mediatore tra le file del governo guidato dal premier Mateusz Morawiecki. È evidente che il partito creato dai fratelli Kaczynski preferisca in questo momento restare in una posizione di attesa. La speranza è quella che la maggioranza dei genitori passi dalla sua parte anche alla luce del caos organizzativo di questi giorni sul quale pesa come un macigno il rischio cancellazione esami. Ma la protesta non sembra placarsi e il governo appare visibilmente in difficoltà. Prova ne è che la maggioranza ha permesso a Zalewska di rompere il silenzio impostole dalla dirigenza del PiS soltanto nella giornata di ieri: «Siamo pronti a svolgere gli esami. Invitiamo anche i genitori che sono nervosi e preoccupati ad incontrare i direttori scolastici per chiedergli in che modo li si possa aiutare. Ogni direttore ha l’obbligo di condurre gli esami e gli enti locali quello di creare le condizioni affinché si svolgano», ha spiegato la titolare del dicastero dell’istruzione. Zalewska sembra chiudere ad ogni ulteriore trattativa con gli insegnanti: «Il governo non ha nulla di nuovo da proporre agli scioperanti. Sul tavolo c’è sempre la stessa offerta. O i sindacati la accettano o niente. I tempi sono finiti per l’attuale modello di retribuzione». La ministra ha provato così ad ostentare almeno un po’ di sicurezza forte di una piccola vittoria ottenuta lunedì: il governo è infatti riuscito a chiudere un accordo separato per un aumento degli stipendi più modesto con Solidarnosc ormai alleato del PiS. Eppure molti degli insegnanti iscritti alla leggendaria sigla di Lech Walesa hanno continuato a protestare e non vogliono riconoscere l’accordo firmato dalla dirigenza creando così una spaccatura all’interno di quello che è stato il primo sindacato libero dei paesi del blocco sovietico. Intanto va registrata la solidarietà di numerosi comuni e voivodati (regioni) in tutto il paese che si sono impegnati a trovare i fondi per mantenere almeno in parte la retribuzione del personale docente in agitazione. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Istruzione polacco attualmente lo stipendio mensile di base iniziale di un insegnante in Polonia oscilla tra i 2.538 e i 3.483 zloty lordi in base agli anni di servizio prestati (circa 590-810 euro al mese).