Risposta senza precedenti di Antonio Ingroia al capo dello stato Napolitano che ieri ha invitato i pm a svolgere il loro compito con «equilibrio, sobrietà, riserbo, assoluta imparzialità e senso della misura e del limite». Sul sito di Azione civile l’ex pm scrive: l’istituzione Presidente della Repubblica è degna di assoluto rispetto, «ma il rispetto alla carica deve darlo, prima di tutto, chi quella carica ricopre».

L’ex pm ricostruisce l’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, accusando Napolitano di aver messo «uno contro l’altro il Quirinale e una delle procure in prima linea nella lotta alla mafia». Ce n’è anche per la Corte che «si adegua ai voleri del presidente». «Ieri dal Colle è partita un’altra bordata nei confronti dei pm». Napolitano, per Ingroia, «abbandona il suo ruolo di garante». «A questo punto, sono io che, da cittadino, chiedo a chi siede al Quirinale maggiore equilibrio, maggiore sobrietà, riserbo, assoluta imparzialità, senso della misura e del limite», «anche perché, da presidente del Csm, gli strumenti per “bacchettare” i pm li ha tutti. Cosa significa senso del limite? Non indagare se un pm ha una notizia di reato che riguarda qualche politico? Non indagare perché c’è una ragion di stato superiore e non può cadere il governo delle larghe intese?».

Il Capo dello Stato, conclude, «non può permettersi, neanche per errore, di dare l’impressione di difendere un pregiudicato che tra procure e magistratura, tra primo, secondo e terzo grado, è stato indagato e giudicato da 16 magistrati diversi».