Quando si arriva ad Acilia, una borgata popolare tra Roma e Ostia, colpiscono soprattutto i palazzoni e le buche. «Per scherzare tra di noi la chiamiamo la Berlino del Lazio» dice Marco, del collettivo Ingranaggi, riferendosi al paesaggio urbano a tratti desolato. L’altra cosa che colpisce è un grande murales sul muro della Biblioteca Comunale. Il disegno, nei toni del viola e del bianco, rappresenta il naufragio del maschilismo e della violenza.

Dalle acque che inghiottono i mali del patriarcato emerge un libro, dal quale spunta una mano che regge il filo della salvezza. «Abbiamo un piano» c’è scritto sul libro e intorno sono disegnate le matrioske, simbolo grafico del movimento Non Una di Meno. «Il murales è nuovo» dice Diletta, 21 anni, «lo abbiamo fatto fare la scorsa settimana nel quadro dell’iniziativa Femminismi in Opera d’Arte».

L’EVENTO ha visto susseguirsi diverse attività culturali. Oltre alla realizzazione del murales ad opera dell’artista Mauro Terentino del «Team Noi», ha avuto luogo anche la presentazione del libro Sul corpo delle donne di Ilenia Menale. «È stata una giornata importante per un posto come Acilia, la mattina abbiamo fatto una passeggiata sociale, siamo passati in molti esercizi commerciali di zona proponendo a ognuno di attaccare sulla porta del loro locale un adesivo contro la violenza maschile sulle donne. Siamo riusciti a farlo mettere in 50 negozi, è un ottimo risultato. Qui ad Acilia ci sono stati vari casi di violenza sulle donne, ed è importante diffondere un messaggio forte» aggiunge Diletta, anche lei del collettivo Ingranaggi. Nel bar dove si svolge questa chiaccherata campeggia proprio uno degli adesivi della campagna.

«NASCIAMO UN ANNO FA come gruppo informale, poi abbiamo formato un’associazione, Ingranaggi, per poterci relazionare con le istituzioni locali. I nostri temi sono il femminismo, l’antirazzismo, l’ecologia. Vogliamo portare dei contenuti alternativi alle retoriche che arrivano dalla politica e dalla televisione. Qui ha aperto una sede anche Casa Pound che ovviamente cerca di approfittare del malcontento» racconta Marco. Acilia, 60 mila abitanti allocati in casette e caseggiati al 18esimo chilometro di Via del Mare. È stata nominata dai media locali negli ultimi mesi principalmente per due motivi: l’emergenza rifiuti a Madonnetta e i ritardi accumulati nei lavori alle stazioni di Dragona e Tor di Valle, fermi da oltre un anno.

MARCO PARLA CON AMAREZZA: «Acilia è uno di quei luoghi definiti dall’assenza, in primis delle istituzioni come si può vedere dalla situazione di strade, case e lampioni. Qua è allo stesso tempo periferia di Roma e periferia di Ostia, non ci sono spazi di aggregazione. Tra i nostri progetti c’è una rassegna cinematografica introno al tema della protesta e un progetto nelle scuole superiori sull’antirazzismo».

Anche ad Acilia però è arrivata in qualche modo la marea femminsita, lo afferma Diletta: «La violenza fisica è solo la punta dell’iceberg di mille altre forme di oppressione come la disparità salariale e l’assenza di welfare. Non Una di Meno è stata una fonte di ispirazione, un anno fa abbiamo iniziato ad andare alle assemblee e abbiamo intrapreso questo percorso prima di tutto facendo autoformazione, studiando e leggendo i testi e la storia del femminismo».

IL COLLETTIVO Ingranaggi era anche in piazza ieri a Roma. «Ho 21 anni e posso dire che nella mia generazione molte istanze del femminismo sono date per scontate ma non sono affatto interiorizzate. Si tende a pensare che ormai la parità e la libertà delle donne siano state ottenute ma spesso manca una reale consapevolezza su questi temi».