Londra, ore 17, Twickenham Stadium. E’ qui, nella «fortezza» del rugby inglese, che quasi certamente si decideranno domani le sorti del Sei Nazioni 2016. Si sfidano Inghilterra e Galles (DMax, 16.55). Acerrimi avversari che la storia, sia quella del rugby che quella con la S maiuscola, ha diviso su tutto. Da più di sette secoli, diciamo da quando, 1282, l’ultimo sovrano gallese, Llywelyn ap Gruffudd, fu sconfitto e ucciso dall’esercito di Edoardo I e la sua testa esposta sulla cancellata della torre di Londra. Da allora il Galles cessò di esistere in quanto nazione indipendente e gli inglesi presero a farla da padroni. Tutto il resto ne conseguì.

Dunque i gallesi hanno buone, anzi ottime ragioni per detestare gli inglesi e per considerare il rugby, che è parte della loro identità nazionale, come un buon terreno di confronto per regolare antiche questioni. Squisite vendette, come nel 2013, quando a Cardiff i dragoni schiantarono per 30-3 l’Inghilterra fin lì ben lanciata e conquistarono il torneo sul filo di lana. O ancora, i mondiali dello scorso autunno, quando il Galles arrivò al Twickenham, ammutolì la Fortezza e spense le speranze dei bianchi di qualificarsi ai quarti di finale con uno di quei match che resteranno per sempre nella storia del rugby.

La classifica vede gli inglesi a punteggio pieno e con lo sguardo già rivolto a un possibile Grande Slam. Il Galles è più sotto di un punto, causa il pareggio con l’Irlanda nella prima giornata. Il XV della Rosa ha fin qui segnato 9 mete subendone soltanto una; i dragoni ne hanno realizzate 5 incassandone 4 ma non hanno ancora affrontato l’Italia, la squadra materasso del torneo (11 mete al passivo). La bilancia pende dunque a favore dei padroni di casa, che sabato prossimo chiuderanno contro la Francia a Parigi: questo almeno dice la classifica e questo suggeriscono le statistiche. Anche i bookmakers danno per favorita l’Inghilterra, seppure con quote prudenti. Eddie Jones, il tecnico australiano chiamato a sostituire Stuart Lancaster dopo il disastro dei mondiali d’autunno, ha quindi la possibilità, al primo colpo, di portare a casa uno slam che agli inglesi sfugge dal 2003, l’anno della loro vittoria in coppa del mondo. Accadesse, lo faranno come minimo baronetto.

Ma il terreno di casa, i numeri e i buoni risultati fin qui raggiunti potrebbero non bastare agli inglesi. C’è sempre la variabile gallese, variabile quanto mai imprevedibile. Diciamo che se qualcosa dovesse girare appena un po’ storto dalla parte dei bianchi, se quella macchina da guerra che è il pack dovesse incepparsi, se il loro gioco – conquista del pallone e avanzamento poco per volta, un lento e soffocante lavoro ai fianchi dell’avversario – dovesse perdere continuità, allora tutto è possibile. Gli inglesi, che pure non mollano mai, hanno bisogno di sicurezze, di stabili piattaforme mentali per far girare i loro ingranaggi; i gallesi, loro si esaltano ogni qual volta si spalancano scenari emotivi: se gli si offre una chance di trasfigurarsi in eroiche imprese allora sono capaci di tutto.

Non per nulla su 127 sfide gli inglesi ne hanno vinte 58 e i gallesi 57: un equilibrio quasi perfetto.
La formazione dell’Inghilterra è la stessa che due settimane fa ha piegato l’Irlanda. Anche Warren Gatland conferma il quindici che ha sconfitto la Francia a Cardiff. Punti di forza dei bianchi: tutti, purché regga la disciplina (il XV della Rosa è la squadra che ha finora concesso più penalty). Punti deboli gallesi: la prima linea, soprattutto quando tocca ai panchinari. Previsioni: partita furente, battaglia su tutti i punti di incontro, decisivi i cambi.

wales

L’antipasto di giornata sarà invece servito a Dublino dove si affrontano Irlanda e Italia (DMax, 14.25). La squadra vincitrice delle due ultime edizioni del Sei Nazioni è arrivata al capolinea: troppi infortunati, qualche illustre addio, molta usura, e infine lo choc dell’eliminazione nei quarti della coppa del mondo per mano argentina. I verdi hanno pareggiato il primo match contro il Galles, poi hanno perso con Francia e Inghilterra. L’Irlanda deve ritrovare forza e motivazioni ma è pur sempre molto al di sopra della squadra azzurra, soprattutto nei punti di incontro e nella capacità difensiva.

L’Italia scenderà in campo con una mediana inedita formata da Guglielmo Palazzani e da Edoardo Padovani. Il primo sostituisce Edoardo Gori, infortunato, il secondo è una scelta tecnica (Kelly Haimona, uno dei migliori contro la Scozia va in panchina) di Jacques Brunel, che ha deciso di chiudere la sua esperienza italiana sposando una linea verde che ha volte è parsa spericolata ma che in prospettiva potrebbe rivelarsi utile per il suo successore sulla panchina azzurra.

Giocano: Odiete; Sarto, Campagnaro, Garcia, Bellini; Padovani, Palazzani; Parisse, Zanni, Minto; Fuser, Biagi; Cittadini, Giazzon, Lovotti. Due esordienti assoluti in panchina: il pilone Oliviero Fabiani e il mediano di mischia Alberto Lucchese. Domani (16.00) a Edimburgo si sfidano Scozia e Francia.