Un testo frammentario e incompleto come il Woyzeck che Georg Buchner non finì di scrivere alla sua morte, nel 1837,ha quasi necessità di una «riscrittura» che ne renda possibile la rappresentazione. Letizia Russo, drammaturga di punta, lo ha «riscritto» come monologo, affidando la narrazione di quei fatti ed esperienze allo stesso protagonista del racconto, che forse dopo la sua morte, ci rende consapevoli della sua tragedia. Così Marco Quaglia (con la regia di Carmelo Alù) ci ha offerto (al teatro del Quarticciolo) la possibilità di entrare in quella biografia, con le sue colpe e i suoi dolori. Il racconto non è solo crudele, ma pieno di riferimenti «politici» che quel soldatino ci rendono a tratti fratello.