Milano accoglie Obama con l’acquolina in bocca, anche se il giro vita non è più quello di una volta. Ci sta che in vacanza l’ex inquilino più glamour della Casa Bianca ne abbia abbastanza della zuppa di cetrioli e avocado del suo chef Sam Kass, l’ideologo della campagna contro l’obesità che oggi gli farà da spalla durante il Global Food Innovation Summit di Milano. A parte Vip e giornalisti imbucati, una nutrita rappresentanza della borghesia milanese ha pagato 850 euro per gustare il discorso stellato di Mr.President. Curioso che a dare lezione sul mangiare virtuoso sia stato invitato Obama, come se Cracco sfamasse Harvard chiacchierando di teoria della complessità e scenari globali.

Ma così va il mondo e non bisogna stupirsi se dopo l’Expo ci si continua a riempire la bocca parlando di spreco alimentare e agricoltura sostenibile per sfamare l’umanità, distribuendo gli avanzi agli affamati. Nel nostro piccolo, a Milano, non ci facciamo mancare niente, visto che 54.700 persone non mettono insieme il pranzo con la cena e 11 mila minori non si alimentano a sufficienza. Questa è politica non gastronomia, e in fondo Obama non fa il cuoco. Lo sa un buongustaio come Matteo Renzi, che ieri a cena ne ha approfittato per farsi fotografare con le gambe sotto il tavolo insieme all’amico Barack (due bocconi con imprenditori e uomini d’affari). Del resto uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico, soprattutto per chi vuole sedersi a capo tavola.