A voler trovare una parola d’ordine per il Salone del libro di Torino edizione numero trenta, la prima in concorrenza con il neonato Tempo di libri milanese, quella giusta è indipendenza. In nome dell’indipendenza, decine e decine di piccoli editori hanno deciso di restare o approdare sotto la Mole dal 18 al 22 di maggio. Indipendenti le ventitré librerie torinesi che hanno creato i seicento metri quadri della Piazza dei Lettori, sempre affollata. I trent’anni del Salone hanno segnato la fine dell’egemonia dei grandi gruppi e dei loro stand scintillanti. Camminando tra i padiglioni due e tre, si scoprivano tanti nomi sconosciuti a buona parte dei visitatori. Ed ecco allora la curiosità che porta a fermarsi, a guardare le copertine, a scorrere le brevi note dei risguardi, ad acquistare il libro che ha smosso prepotente la voglia di leggerlo. Così abbiamo fatto anche noi, accorgendoci, una volta a casa, di aver messo insieme un catalogo di temi involontario e trasversale. Prendete ‘Migrazioni’. Nausicaa Pezzoni ha scritto per ObarraO La città sradicata, saggio in sei capitoli sul rapporto tra i migranti e la dimensione urbana in cui provano a vivere. Centocinquanta pagine riportano le mappe di quartieri e luoghi disegnate dai migranti stessi, consegnandoci una Milano familiare soltanto nei toponimi. Da Londra, dove vive, Tash Aw ci mette i suoi lineamenti sino – malesi per raccontare in Stranieri su un molo, Add Editore, l’Asia del Ventesimo secolo: integrazione ed esclusione, metropoli e capanne, miscele sovente non riuscite tra Oriente e Occidente, lingue contigue e distanti. Forte, dolente, polemica, venata di ostinata speranza è Lettera aperta al mondo musulmano, del filosofo e scrittore Abdennour Bidar, Ibis Edizioni. Nato a Clermont Ferrand nel 1971, a lui si deve la teoria sulla modernità e la laicità dell’Islam, enunciata nel saggio del 2008 L’Islam sans soumission. In L’esilio dei moscerini danzanti giapponesi, Marino Magliani, Edizioni Exorma, il protagonista è un traduttore, esule forse volontario dalla sua Liguria a un paese lontano. Narrato in forma autobiografica, il romanzo si muove con sapienza sul filo del passato e del presente, tra luoghi autentici ed evocazioni oniriche, dentro le geografie malinconiche deldestino.

Lo scrittore cubano Alejo Carpentier ha profondamente segnato la letteratura latinoamericana del ’900. Ne porta la firma Visione d’America, Ibis Edizioni. Partendo da un viaggio compiuto nel 1947 attraverso la Grande Savana, Carpentier allarga l’orizzonte al Venezuela, all’Amazzonia, al Messico, al Caribe. La consapevolezza di cosa significhi essere americano matura in una cronaca e in un crescendo di meraviglioso e meravigliato entusiasmo. Veloce come le nuvole che ne sono titolo scorre il romanzo dell’argentino Juan José Sarer, La Nuova Frontiera. Il diario immaginato del dottor Real, medico dell’800, dà cronaca di un viaggio nella pampa per condurre cinque matti a un manicomio. Comprimari di Real e dei suoi pazienti, puttane, guide e militari. Un affresco a tinte forti sulla follia, sul confine sottile che separa vero e falso. Due esordienti ben si collocano nella tematica ’Amori e amicizie’: Giuseppe Zucco, con Il cuore è un cane senza nome, Minimum fax, e Massimo Cuomo, con Bellissimo, Edizioni e/ o. Un uomo abbandonato dalla propria donna inizia ad emettere guati incontrollabili, senza possibilità di porvi freno. Isolato dal mondo, una sera assumerà le sembianze di un cane e si incamminerà lungo strade sconosciute. Mérida, Messico. Santiago ha l’aspetto di un normale ragazzo, mentre Miguel, il fratello, è di una bellezza che sconvolge familiari, amici e donne. Sarà questa bellezza a determinare il gioco degli avvenimenti, i conflitti, gli amori, gli abbandoni, narrati nella veste di una favola, anzi di una leggenda. Una mattina, Jesse Cooper non si sveglia più. Tetraplegico e affetto da crisi epilettiche, la malattia lo ha sconfitto. Marianne Leone, la madre, attrice e moglie dell’attore Chris Cooper, ci consegna la cronaca senza censure e reticenze di diciassette anni trascorsi a scommettere con il figlio che una vita normale era bella e possibile. Jesse, per le edizioni Nutrimenti, è un doloroso atto di amore. Una fattoria e un hotel. Questi gli scenari in cui il tedesco Bov Bjerg e Chris Bachelder da Minneapolis ambientano rispettivamente La nostra casa, Keller Editore, e L’infortunio, Big Sur. In entrambi i casi, al centro c’è un gruppo di amici. I sei del romanzo di Bjorg sono legati dalla promessa di non cadere nella trappola di una vita ordinaria. La fattoria ribattezzata Auerhaus in omaggio al brano Our House dei Madness (siamo negli anni ’80) dove vanno a stare tutti insieme, potrebbe rivelarsi, forse, il posto giusto. Nell’hotel di Bachelder, ogni anno, in ventidue, si radunano per rievocare l’infortunio che interruppe la carriera di Joe Theismann, campione di football americano. Il pretesto consente allo scrittore di compiere una carrellata quasi cinematografica, in cui inquadra e mette a fuoco felicità e infelicità di esistenze tra loro molto distanti. ‘Questo libro non è un saggio, non è una biografia, non è un’agiografia, non è una cronologia’, parole di Marco Rossari nella premessa a Bob Dylan, il fantasma dell’elettricità, Add edizioni. Questo libro, diciamo noi, è una convinta e convincente dichiarazione d’amore a Bob attraverso tre delle sue canzoni.

La passione per il buon cibo e il buon vino si esprime in due titoli pubblicati da Edizioni Estemporanee. Marzia Pinotti, folgorata dalla prosa enologica di Luigi Veronelli, l’anarchico del vino, ha abbandonato la sua laurea in letteratura inglese per diventare sommelier. Non contenta, si è messa a girare per vigneti italiani, raccogliendo belle storie di uve e vignaioli. Il suo La barbera è femmina! è dedicato al celebre nettare piemontese. Analoga e altrettanto meritevole operazione ha compiuto Gaetano Scaroccio con Un viaggio nel sake, diario di un soggiorno giapponese per scoprire proprio tutto sul liquore. Lindau sta pubblicando le opere di Wendell Berry, guru americano dell’agricoltura sostenibile cui molti, a cominciare da Slow Food, sono debitori. Mangiare è un atto agricolo rappresenta il manifesto di un gigante del pensiero e dell’agire ecologico. Si può essere diversamente fuorilegge? Lo era Rodolfo Walsh, giornalista argentino ammazzato dalla dittatura nel 1977. Vent’anni prima, in Cronaca di un massacro, appena uscito per La Nuova Frontiera, aveva denunciato lo sterminio di un gruppo di civili da parte della prima Giunta Militare. Lo era, prima di cercare in Kate la redenzione, il trafficante Clayton Burroughs di Bull Mountain, Brian Panowich, NNE. Diventato sceriffo, quando apprende che l’impero illegale dei Burroughs è in pericolo, apre con sé stesso e con gli altri un devastante conflitto. È costretto ad esserlo Milo, che nel 2029 di La Barriera, Vins Gallico e Fabio Lucaferri, Fandango, tenta di raggiungere la Germania, unica nazione sicura in un’Europa ormai priva di regole. Per superare la Barriera, fortezza inaccessibile, occorre portare un tatuaggio sul polso. Senza quel tatuaggio sei un clandestino cui dare caccia spietata.