Vaccini gratis per tutti i maggiori di 18 anni e centralizzazione della distribuzione dei vaccini su tutto il territorio nazionale. Queste le due novità principali annunciate dal primo ministro indiano Narendra Modi durante un discorso alla nazione andato in onda a reti unificate ieri pomeriggio.

MODI HA COSÌ ROTTO UN SILENZIO stampa lungo settimane, coinciso con l’acuirsi della crisi pandemica in India, investita da una seconda ondata dirompente che ha messo a nudo gli enormi limiti del Paese e della sua strategia di contrasto al Covid19. Migliaia di morti dentro e fuori gli ospedali, carenza di bombole di ossigeno e posti letto, i numeri «ufficiali» diramati dalle autorità indiane anche di venti volte inferiori ai decessi registrati nei campi per la cremazione disseminati in tutto il Paese. Da qualche tempo però la parabola del virus in India sta dando segnali incoraggianti. Ieri, ad esempio, i nuovi contagi hanno di poco superato quota centomila, record minimo degli ultimi due mesi. E anche i decessi, 2.427, sono in diminuzione. Non è un caso che il primo ministro, fortemente contestato dagli oppositori politici e della società civile per aver sottovalutato l’arrivo della seconda ondata virale, sia tornato a farsi vedere in televisione proprio ora che l’aritmetica del Covid19 si mostra più clemente.

MODI HA SPIEGATO che dal 21 giugno il governo centrale acquisterà e distribuirà a tutti i governi locali del Paese la loro quota di 25 per cento dei vaccini. Questa percentuale fa riferimento al piano precedente presentato sempre da Modi nel mese di aprile, secondo cui tutti i vaccini distribuiti in India avrebbero seguito questa ripartizione: 50 per cento comprati e distribuiti dal governo centrale, gratis; 25 per cento, comprati e distribuiti dai governi locali, gratis o no a discrezione; 25 per cento acquistati e distribuiti dal settore ospedaliero privato, a pagamento.
Con una parziale giravolta, Modi ha annunciato che il governo centrale coprirà anche le spese di quel 25 per cento prima addossato alle casse dei governi locali, misura fortemente contestata dalle amministrazioni locali. Significa che ogni quattro vaccini in India, tre saranno distribuiti gratis dallo Stato, e uno a pagamento dal settore privato.

IL COSTO DELLA VACCINAZIONE nel privato, ha chiarito Modi, non potrà superare le 150 rupie (poco più di un euro e mezzo); altra novità rispetto al piano di aprile, quando non era stato fissato nessun tetto al prezzo di vendita dei vaccini nel settore privato. Oltre ai due vaccini «made in India» già in distribuzione – Covaxin e la versione indiana di Astrazeneca, Covishield – Modi ha detto che sono in fase di sperimentazione altri 7 vaccini autoctoni, cui si aggiunge un non meglio specificato «vaccino nasale»; tra il nome e la mimica del primo ministro davanti alle telecamere, si dovrebbe trattare di un vaccino spray da somministrarsi via narice.

QUESTA SORTA DI «ROADMAP» annunciata a reti unificate risponde indirettamente alle durissime critiche mosse dalla Corte Suprema indiana all’inizio del mese. Per i giudici, il piano vaccinale promosso finora dl governo Modi era stato, testualmente, «arbitrario e irrazionale». Pertanto, la Corte aveva chiesto al governo di depositare entro il 30 giugno un documento che mostrasse, nel dettaglio, tutti gli acquisti di vaccini – Covaxin, Covishield e il russo Sputnik V – effettuati finora dall’esecutivo. Fino ad oggi, in India si sono registrati quasi 29 milioni di contagi e poco meno di 350mila decessi. Cifre, secondo la comunità scientifica, ampiamente sotttostimate.