Dopo lo scandalo di Jérôme Cahuzac, il ministro delle tasse con il conto in Svizzera e a Singapore per pagare meno imposte, adesso nel mirino della destra c’è il ministro delle finanze, Pierre Moscovici.

Scontro ieri, all’Assemblea, con Moscovici sospettato di essere «stato al corrente» dell’esistenza del conto di Cahuzac fin dal mese di dicembre, grazie a un’inchiesta parallela fatta da Bercy, e di averlo coperto, il tutto sulla base di un articolo del settimanale molto a destra Valeurs actuelles.

Moscovici minaccia querela e si difende: «sono integro», al ministero c’era una «muraglia cinese» che ha impedito conflitti di interesse.
La difesa di Hollande e del governo sul caso Cahuzac è sempre stata la stessa: avevamo creduto alla parola del ministro, non sapevamo perché con noi non ci sono inchieste parallele (a differenza del passato), la giustizia è rispettata e puo’ lavorare in piena indipendenza.
Ma la destra non ci crede. I presidenti delle commissioni finanza dell’Assemblea e del Senato, Philippe Marini e Gilles Carrez (entrambi Ump), hanno annunciato ieri che si recheranno a Bercy, sede del ministero delle finanze, per indagare con lo scopo di scoprire se ci sono tracce di un’inchiesta parallela, per verificare se Moscovici sapeva del conto clandestino.
Dopo i sospetti su un conto svizzero di Laurent Fabius, che hanno suscitato una crisi a Libération (che aveva rivelato le “voci” di corridoio, senza dare prove), la destra ha concentrato le picconate contro Moscovici.
La situazione politica resta caotica. Hollande ha annunciato, mercoledì, una serie di decisioni per migliorare la trasparenza della vita politica che stanno suscitando polemiche – e non solo a destra.

Istituzione di una Procura finanziaria nazionale, obbligo per le banche di pubblicare ogni anno la lista di tutte le filiali estere, paese per paese, lista aggiornata dei paradisi fiscali (da redigere in seno alla Ue) e, soprattutto, pubblicazione, entro lunedì, dello stato patrimoniale di tutti i ministri, misura a cui farà seguito un’analoga trasparenza per tutti i politici: c’è una levata di scudi nel mondo politico, che grida al populismo. Non c’è solo la destra ad essere imbarazzata per la richiesta di trasparenza.
Anche a sinistra alcuni non sono d’accordo. Per il presidente dell’Assemblea, il socialista Claude Bartolone, si tratta di «un’iniziativa che andrà ad alimentare il populismo». Jean-Luc Mélenchon, del Front de Gauche, rifiuta questo tipo di controllo. C’è chi parla di grande fratello di Orwell.
Più interessante è l’iniziativa di Hollande sul fronte europeo. Sull’onda della legge Fatca degli Usa, i ministri delle finanze della Ue, che si incontrano oggi a Dublino, discuteranno su come mettere fine al segreto bancario in Europa.
Il Lussemburgo ha già ceduto in parte, ammettendo che non puo’ rifiutare all’Europa le informazioni che si è impegnato a fornire a Washington (sugli intestatari di conti bancari). Dal canto loro, l’Austria è accerchiata per l’approvazione di riforme mentre la Svizzera ha già allentato le norme sul segreto bancario.