Come accadde già nel 2015 con Landini che andò a spiegare a tutti le sue proposte, la Fiom ha deciso di incontrare i gruppi parlamentari.

Questa volta però il tema è molto stringente: la crisi del settore dell’auto – ieri il dato di calo a maggio del 56% delle immatricolazioni rispetto all’anno scorso – con la richiesta di un «confronto serio con i produttori e gli assemblatori finali, c’è bisogno di investimenti e strategie per il futuro, come accade in Francia e Germania».

Ieri il ciclo è partito con il gruppo di Leu – entrambe le parti parlano di confronto «positivo» – , mentre gli altri incontri sono già fissati per le prossime settimane.

Il tutto è avvenuto nel giorno in cui la commissione europea apre un faro sulla fusione Psa-Fca sul rischio di concentrazione nel settore dei veicoli commerciali: i due gruppi insieme sfiorano il 30% del mercato continentale. La Commissione pertanto condurrà un’indagine approfondita sugli effetti della transazione, per determinare se possa ridurre in misura significativa la concorrenza. Ora la Commissione ha 90 giorni lavorativi, cioè fino al 22 ottobre, per prendere una decisione.

«I preparativi per la fusione procedono come da programma», affermano Fca e Psa in una nota congiunta nella quale ribadiscono che «l’obiettivo condiviso è finalizzare l’operazione entro la fine del primo trimestre 2021», «forniremo alla commissione Europea e alle altre autorità di regolamentazione coinvolte informazioni dettagliate sui significativi benefici derivanti della fusione per l’industria in Europa».