Donald Trump ha deciso alla fine di chiudere il programma di Obama sull’immigrazione, il Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), che proteggeva gli immigrati irregolari arrivati negli Stati uniti da bambini, al seguito dei i propri genitori, che erano immuni dalle espulsioni e, da adulti, avevano ottenuto il permesso di lavoro. L’idea era che questi bambini cresciuti in America, immersi in questa cultura, sono a tutti gli effetti americani, Dreamers, sognatori, li aveva chiamati Obama.

«Sono americani nel cuore, nello spirito, in ogni altro modo a eccezione di uno solo, i documenti», ha reagito l’ex presidente Usa,  definendo «crudele» la decisione. Un «autogol», ha rincarato Obama in serata: «Colpire questi giovani è sbagliato, non hanno fatto nulla di male. Vogliono avviare nuove imprese, lavorare nei nostri laboratori, servire nelle nostre forze armate…».

ORA, INVECE, TRUMP ha chiesto al Congresso di sostituire il programma Daca con una nuova legge entro il 5 marzo 2018. A comunicarlo non è stato Trump, ma il procuratore generale Jeff Sessions, con un annuncio brevissimo dopo il quale non ha accettato domande.

La Casa Bianca quindi non accetterà nuove richieste di protezione sotto il Daca, ma al momento gli attuali 800mila iscritti del programma non corrono rischi immediati di deportazione in paesi che di fatto non conoscono, e dopo aver dato volontariamente i propri dati all’amministrazione precedente, quella attuale li sta usando come elenco di deportazione che smembra famiglie e interrompe percorsi di vita.

Il provvedimento è stato definito il più crudele della presidenza Trump fino ad ora, e tuttavia la mossa del presidente che fa inorridire la sinistra e la destra moderata, è probabile che sia accolta con scetticismo da molti dei sostenitori più conservatori di Trump, che volevano non un rinvio al Congresso, ma la fine definitiva di quello che è considerato un abuso da parte di Obama.

UNA SOLUZIONE CONTROVERSA che scontenta tutti, in pratica, e spacca ulteriormente il Partito repubblicano, già diviso dalla battaglia che è stato il voto fallimentare sull’Obamacare.

Non è nemmeno chiaro, infatti, se il Congresso controllato dai repubblicani sarà disposto a votare per annullare o meno il Daca; anche nei dibattiti più aspri dell’ultimo decennio, i bambini portati illegalmente negli Stati uniti, che hanno studiato o sono diventati militari, hanno sempre attirato più empatia che critiche. In questi giorni in cui il Texas è devastato dal passaggio dell’uragano Harvey, per la posizione geografica di questo Stato di confine si sono visti molti Dreamers nei vari corpi di soccorso, mettere la propria vita a rischio per salvare quelle dei texani, o perderla, come nel caso di Alonso Guillen, nato in Messico è cresciuto in America, la cui barca si è capovolta mentre stava salvando i sopravvissuti delle inondazioni nella zona di Houston.

ORA, INVECE, chi non è già protetto dal programma è a rischio, chi ha un permesso Daca che scade tra oggi e il 5 marzo 2018, può richiedere un rinnovo ma solo di due anni; per altri, lo status giuridico termina già il 6 marzo 2018. «Non è chiaro cosa significhi ritardare questo provvedimento di sei mesi – ha detto al New York Times Mark Krikorian, a capo del Centro per gli studi sull’immigrazione -. Trump è stato tirato in molte direzioni diverse, e siccome non ha nessuna ideologia forte, o una vera conoscenza del problema, finisce per non sapere cosa fare».

LA PRIMA REAZIONE politicamente pragmatica è arrivata dal governatore democratico dello stato di New York, Andrew Cuomo, secondo il quale lo Stato della Grande mela difenderá i suoi Dreamers e porterà in tribunale la decisione di Trump. Intanto sono state organizzate manifestazioni in tutti gli Stati uniti, sin dalla mattina si sono visti picchetti di centinaia di persone davanti alla Casa Bianca, sotto le Trump tower sparse in tutta America. Una veglia era stata fatta durante la notte sotto casa di Ivanka Trump e di suo marito e consigliere del presidente, Jared Kushner, e altre più grosse manifestazioni sono attese in serata.

«ERA UN DISASTRO annunciato – dice William, avvocato newyorchese che ha preso un giorno libero per manifestare sotto la Trump tower -. Trump deve dare un segnale ai suoi, non ha mantenuto nessuna delle promesse elettorali, forse non riuscirà a costruire nemmeno un metro di muro col Messico. Questa è una mossa più facile per dimostrare fedeltà alla propria base, fa niente che sia crudele, inutile ed economicamente dannosa».

In effetti il fine settimana di Trump ha visto un via vai di consiglieri avvicendarsi e ha prevalso l’ala più estremista, capeggiata proprio da Jeff Sessions, in disperato bisogno di tornare tra le grazie del presidente dopo le frizioni legate alle indagini sul Russiagate nelle quali era troppo coinvolto.

OGNUNO ha, evidentemente, una serie di personali ragioni di credibilità che lo portano ad affrontare e ad usare come mezzo il Daca. Come se migliaia di vite non ne venissero coinvolte.